· Città del Vaticano ·

Ha benedetto il nostro lavoro di artisti

 Ha benedetto il nostro lavoro di artisti  ODS-023
06 luglio 2024

Ero proprio lì quando il suo elicottero è atterrato nel cortile della prigione. Come prima cosa, il Papa ha voluto parlare con le donne detenute. Questo è uno dei segmenti più diseredati e disperati della nostra società. Durante la detenzione, le loro colpe le perseguitano, sono tormentate dall’idea stessa della propria colpevolezza. Certo, ci sono persone più povere dei carcerati, ma chi vive in prigione ha perso la qualità più importante che un essere umano possiede: la volontà. Un recluso non ha potere sulla propria vita, poiché la sua volontà non può alterare la sua posizione se non spiritualmente.

Il Papa voleva vederle, parlare con loro e ha deciso che questa doveva essere la prima cosa da fare. Sceso dall’elicottero, è rimasto da solo con loro. Alcune lo hanno abbracciato.

Il Papa è venuto per dir loro di avere speranza e per chiedere che la società sia rispettosa nei loro confronti, perché il rispetto è dovuto a ogni essere umano. Chiedendo ciò, il Papa stava dando a queste persone la possibilità di risorgere attraverso lo spirito.

Poi, il Pontefice è venuto a parlare con noi artisti. Ero così commossa dalla sua presenza e dallo sforzo fatto di prima mattina per venire da Roma in elicottero. Ha benedetto il nostro lavoro, dicendoci che il mondo ha bisogno della nostra attività e che noi contribuiamo enormemente allo spirito dei nostri tempi. Come non essere grati per un messaggio del genere? Peraltro, tutto il discorso è stato pronunciato in modo così dolce, bello.

Sono grata per questa giornata. Devo dire che il lavoro in prigione con le detenute è stata una delle cose più importanti che abbia mai fatto e sono riconoscente per questa opportunità.

Dio ti benedica, Papa Francesco, e che Dio ti conceda la forza di continuare la tua missione.

Simone Fattal