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Nel Paese dei cedri soffocato dalle difficotà economiche

L’Ordine di Malta: sosteniamo la popolazione stremata dalla povertà

 L’Ordine di Malta: sosteniamo  la popolazione stremata dalla povertà  QUO-146
28 giugno 2024

In un Paese segnato da una crisi multidimensionale, attività caritative come quelle del Sovrano Ordine di Malta sono importanti per l’aiuto alla popolazione. Le cifre della sofferenza del Libano non possono lasciare indifferenti, quando si registra l’80% di povertà e il 30% di disoccupazione, quando i prezzi aumentano di 15 volte negli ultimi dieci anni. A questo si aggiunge il fatto che sul territorio sono presenti un gran numero di rifugiati siriani -— un quarto della popolazione con il rapporto pro capite più alto al mondo — e che, al confine meridionale, è in atto un’escalation del conflitto tra Hezbollah e esercito israeliano. Dal 2019 il Paese, come confermato un mese fa da un rapporto della Banca mondiale, sta vivendo una delle peggiori crisi al mondo dalla metà del xix secolo.

Si tratta di una situazione alla quale la Santa Sede, attenta a questa storica terra di pace e pluralismo, guarda con grande attenzione. E per questo l’Associazione libanese dei Cavalieri di Malta ha salutato con gioia la visita nei giorni scorsi, dal 23 al 27 giugno, del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. «Il nostro Paese — spiega il presidente dell’Associazione, Marwan Sehnaoui — sta perdendo la sua identità e ha già perso gran parte della sua sovranità. È importante che la Santa Sede possa essere testimone del lavoro dell’Ordine di Malta in Libano. La visita del cardinale in questa Terra Santa, dove la sofferenza è onnipresente, è stata molto toccante».

Contribuire alla dignità di molti libanesi è la missione dell’Ordine di Malta in Libano nei settori sociale, sanitario e alimentare. In un contesto di impoverimento diffuso e di svalutazione della moneta locale, la lira libanese, l’Ordine ha dato priorità al settore alimentare, lanciando, alla fine del 2020, sei centri agro-umanitari. «Dopo la guerra — spiega Oumayma Farah, delegata allo sviluppo dell'Ordine di Malta locale — il Libano ha privilegiato le importazioni, invece di ristrutturare il proprio settore agricolo. Di conseguenza, molte famiglie contadine hanno abbandonato l’agricoltura, anche se il Libano è fondamentalmente un Paese agricolo». L’associazione libanese ha iniziato il suo progetto con 350 piccoli agricoltori. Oggi questi centri, donati dalle congregazioni religiose per un periodo di 20 anni, sono presenti in tutto il Paese. «Attraverso i nostri servizi, copriamo circa il 70% dei terreni agricoli libanesi», aggiunge Farah.

L’attenzione ai problemi alimentari e sanitari, con la visita de segretario di Stato, mercoledì 25 giugno, ai centri medici e sociali gestiti dall’Ordine, fa parte dell’approccio globale allo sviluppo umano, essenziale per la graduale riabilitazione economica che lo Stato ha difficoltà a garantire. Per Oumayma Farah l’obiettivo è quello di supplire alle carenze dello Stato, ma senza sostituirsi ad esso. «Non cerchiamo — spiega — di svolgere il ruolo dello Stato, ma di mantenere la popolazione, la maggior parte della quale proviene dalla classe media che oggi, in Libano, non esiste più. Grazie alle ong e alla comunità internazionale abbiamo avuto il sostegno dei governi tedesco, francese, monegasco e ungherese. Noi viviamo di donazioni».

di Delphine Allaire