· Città del Vaticano ·

Un centro diurno sorgerà per iniziativa del Circolo San Pietro in risposta all’appello del Papa alla carità

Per accogliere i pellegrini con disabilità
durante il Giubileo

 Per accogliere i pellegrini con disabilità  durante il Giubileo  QUO-145
27 giugno 2024

Donato al Papa in occasione dell’udienza, il volume I Romani Pontefici al Circolo San Pietro - Allocuzioni, Discorsi, Lettere, Autografi - Un prezioso Magistero,  è stato presentato nel pomeriggio di ieri, mercoledì 26 giugno, a Roma, presso la Galleria di Palazzo Colonna. Insieme al cardinale decano Giovanni Battista Re, sono intervenuti Gianni Letta e, in rappresentanza del vescovo barnabita Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio apostolico vaticano, monsignor Stefano Sanchirico, con approfondimenti, rispettivamente, su «Il Circolo San Pietro e la Roma laica» e «Il Circolo San Pietro e la Roma papale». I saluti iniziali sono stati pronunciati dal “padrone di casa” Prospero Colonna, dal vice presidente del sodalizio Alberto  Bochicchio, in rappresentanza del presidente Niccolò Sacchetti, e dal cardinale penitenziere maggiore Angelo De Donatis, già vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma. 

Curata dall’assistente ecclesiastico Franco Camaldo, la ponderosa pubblicazione — edita da d’oro Collection di Salvatore Giorgio Dino — ha richiesto due anni di intenso lavoro e di ricerca appassionata. Nel libro di 560 pagine spiccano la prefazione del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, la presentazione del cardinale penitenziere De Donatis, la premessa del presidente Sacchetti, l’introduzione del curatore  Camaldo, il proemio storico sulla nascita del sodalizio a cura dell’officiale dell’Archivio apostolico vaticano, monsignor Sanchirico. Quindi la parte centrale: dodici capitoli, tanti quanti sono stati i romani Pontefici che si sono susseguiti dal 1869 fino al 2024: per ognuno di essi sono stati pubblicati i documenti — molti dei quali inediti — relativi al loro speciale rapporto con il Circolo San Pietro. 

Ulteriore testimonianza della particolare benevolenza che i Papi hanno nutrito nei confronti del sodalizio, I Romani Pontefici al Circolo San Pietro è indirizzata non soltanto a soci e volontari, ma anche a storici della Chiesa e della città di Roma. Il ricavato del libro, disponibile presso la sede di Palazzo San Calisto, sarà totalmente destinato ai poveri di Roma che il sodalizio assiste da oltre 155 anni.


Per via di un piccolo malanno che mi ha impedito di partecipare all’udienza per la consegna dell’Obolo, non ho ascoltato dal vivo le parole che il Santo Padre ha rivolto al Circolo San Pietro lunedì mattina, 24 giugno. Dunque, l’impazienza di conoscere l’indirizzo da seguire per il nuovo anno, prima di letture grate e meditate, mi ha portato a scorrere velocemente il testo non appena disponibile. Posso dire che due espressioni hanno subito colpito il mio occhio e la mia attenzione: «il “cantiere” che non può mancare è quello della carità!» e «la memoria è organo del futuro».

Ancora una volta, le parole del Papa non potevano essere più aderenti a quello che abbiamo nell’animo a Palazzo San Calisto, dove ha sede il nostro antico sodalizio. Il Pontefice ci ha parlato dell’Anno santo, che ha come tema “Pellegrini di speranza”, e del servizio che noi cristiani dobbiamo prestare per quanti verranno a Roma, lavorando per metterli in condizione di «“respirare” l’aria della carità cristiana, che non è solo assistenza», ma anche «cura della dignità, è vicinanza, è condivisione vissuta, senza pubblicità, senza riflettori».

Ogni giubileo, per antica tradizione, il Circolo San Pietro inaugura una nuova attività per il Santo Padre e sarà così anche nel 2025. Nel nostro «cantiere di carità» — posso assicurare che l’espressione è già entrata nel nostro lessico — ci stiamo impegnando per mettere in piedi un servizio di accoglienza dedicato ai pellegrini con disabilità che sia un punto di ristoro, di confronto e conforto.

Con l’ausilio dell’ufficio per la pastorale delle persone con disabilità della Conferenza episcopale italiana, presso la parrocchia di San Giovanni dei Fiorentini, sorgerà un centro diurno in grado di accogliere i pellegrini con disabilità. Il sabato e la domenica, il mercoledì — quando andranno in udienza— e in tutti i momenti forti dell’Anno santo dedicato alle persone con disabilità, il centro sarà aperto: per chi va o torna dal pellegrinaggio, per chi vuole pregare, prima o dopo la santa messa, per un momento di riposo, per rifocillarsi o soltanto per permettere ai più piccoli di svagarsi nella ludoteca che predisporremo accanto a spazi in cui sarà anche possibile lavarsi e cambiarsi. È in questo modo che faremo nostro l’invito del Papa ad occuparci «dei cuori e della carne dei poveri, che, come disse San Lorenzo, sono il tesoro della Chiesa».

La seconda suggestione del Santo Padre balzata ai miei occhi, quella «memoria» che è «organo del futuro», si riferisce ai giovani che sono davvero il motore del Circolo San Pietro. Del resto, il compito più bello e ugualmente difficile di ogni socio e volontario con anni di esperienza sulle spalle è proprio far conoscere la carità e il volontariato a chi ha meno esperienza, specialmente nel mondo liquido in cui viviamo oggi. È uno degli obiettivi che perseguiamo con più determinazione, di generazione in generazione, perché siamo certi che «le radici sono fondamentali», come ha detto Papa Francesco, e che «senza radici non c’è vita, non c’è futuro» perché «la floridezza delle foglie è legata alla buona salute delle radici».

Negli anni di liceo, i ragazzi hanno tempo, ma sono più immaturi, negli anni di università gli impegni si moltiplicano e lo studio porta spesso fuori, dunque, il percorso di avvicinamento richiede molta pazienza, ma sappiamo che ci offre il suo frutto nel medio periodo. In famiglia ci tramandiamo questo legame con il Circolo San Pietro da ben cinque generazioni e certamente non sono l’unico perché la carità che si respira, prestando servizio per conto del Santo Padre, lascia qualcosa di indelebile nel cuore delle persone, qualcosa che sentiamo la necessità di tramandare. «Pensate a quanta ricchezza di fede vissuta, di carità concreta, di amore ai poveri può passare attraverso l’esempio di un anziano», ha detto il Papa. «E pensate a quanta energia, a quanta creatività, a quanto slancio può dare un giovane».

«Questo che voi fate a nome della Chiesa è documentato anche dal volume che avete realizzato e che oggi mi avete donato», ha continuato il Santo Padre riferendosi a I Romani Pontefici al Circolo San Pietro - Allocuzioni, Discorsi, Lettere, Autografi - Un prezioso Magistero, curato dal nostro assistente ecclesiastico monsignor Franco Camaldo. Si tratta della «raccolta di tutto il magistero dei Papi al Circolo San Pietro, nei 155 anni della sua storia», uno strumento «importante per la memoria delle radici». «Ma voglio anche dirvi: state attenti a non “musealizzare” la vostra storia, a non “sterilizzare” le radici!», ha avvisato il Santo Padre, spronandoci a continuare in quel percorso concreto di Chiesa in uscita che siamo da 155 anni.

Pensiamo agli ospizi climatici, al Segretariato del popolo, alla santa messa nell’Agro romano: nel momento in cui non aveva più senso tenere aperte queste attività, perché era venuto meno il bisogno di povertà per cui nascevano, il Circolo San Pietro le ha cessate, dotandosi di nuovi strumenti di carità più adatti al nuovo. A segnare il percorso del sodalizio rimane la capacità di anticipare il bisogno: pensiamo soltanto alla grande crisi economica del 2008, quando abbiamo accolto padri di famiglia costretti a dormire in macchina. O quando abbiamo avuto l’intuizione di occuparci di malati terminali, per accompagnarli e sottrarre loro la sofferenza, mettendo in piedi — insieme alla Fondazione Roma — il primo Hospice per cure palliative del Centro Italia.

Si può concludere che al Circolo San Pietro la creazione di nuove commissioni dedicate a bisogni specifici va di pari passo con la capacità di adattarsi ai tempi. Nella nostra missione, che è quella di curare i poveri con Preghiera, Azione e Sacrificio, in definitiva, le commissioni offrono un ventaglio di attività che cercano di andare incontro alle attitudini e alle sensibilità del maggior numero di soci e volontari. Perché ciascuna commissione, a ben vedere, risponde a quelle sette opere di carità che noi soci e cattolici siamo chiamati a proporre. Le ultime create sono quelle del “Negozietto” presso l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e quella dei “Volontari” che accudiscono i piccoli malati all’interno dei reparti: servizi nuovi sì, ma gestiti alla maniera del Circolo, vale a dire seguendo le modalità che ci sono state tramandate. Anche per questo «ci vogliono giovani che vadano avanti», come ha ricordato il Papa. E faccio eco alle sue parole quando ha detto: «che bello pensare a un nonno del Circolo San Pietro che trasmette la sua esperienza a suo nipote!». Grazie Santo Padre.

di Niccolò Sacchetti
Presidente del Circolo San Pietro