Se sull’Himalaya
Un quarto della popolazione mondiale, che dipende dal disgelo delle nevi dell’Himalaya per l’approvvigionamento idrico, rischia quest’anno una gravissima carenza di acqua a causa di un significativo calo delle precipitazioni nevose sulla catena montuosa asiatica. Il dato emerge dal rapporto annuale sulle nevi condotto dal Centre for Integrated Mountain Development (Icimod), un ente intergovernativo con sede in Nepal attivo nell’Himalaya e nella regione dell’Hindukush, molto esposta agli effetti del cambiamento climatico.
Il rapporto, che lancia un vero e proprio allarme, ha misurato la durata della permanenza della neve al suolo. Quest’anno, i livelli sono scesi di circa un quinto rispetto al normale nella catena montuosa nell’Himalaya e nell’Hindukush (in Pakistan, Afghanistan e India). Secondo l’Icimod, che monitora le nevicate nella regione da oltre vent’anni, il 2024 è stato un anno particolarmente insolito e negativo, con la persistenza della neve scesa del 18,5% sotto la norma, la seconda più bassa degli ultimi 22 anni. Secondo gli scienziati, lo scioglimento delle nevi dell’Himalaya contribuisce ad alimentare circa un quarto del flusso totale di 12 grandi bacini fluviali: l’Amu Darya, il Brahmaputra, il Gange, l’Helmand, l’Indo, l’Irrawaddy, il Mekong, il Saluen, lo Yangtze, il Fiume Giallo, il Tarim e nell’altopiano del Tibet.
La riduzione dell’accumulo di neve e la diminuzione dei livelli della stessa sulle montagne stanno, dunque, aumentando significativamente la scarsità d'acqua nelle regioni attraversate da questi grandi fiumi, mettendo a rischio circa un miliardo e mezzo di persone che abitano nei bacini dei dodici corsi d’acqua citati dallo studio. (francesco citterich)