· Città del Vaticano ·

A Beirut la messa del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin con l’appello alla stabilità delle istituzioni

La Chiesa in Libano testimone
del “vivere insieme”

 La Chiesa in Libano testimone del “vivere insieme”   QUO-143
25 giugno 2024

«Mantenere vivo ed efficace il messaggio del “vivere insieme”, caratteristico della Terra dei Cedri»: questo uno dei compiti primari della Chiesa in Libano. A ricordarlo, il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, nella messa presieduta ieri, 24 giugno, nella chiesa di San Giuseppe a Beirut, nella solennità di san Giovanni Battista, patrono del Sovrano militare ordine di Malta (Smom). Alla celebrazione hanno preso parte i membri dello Smom, con l’ambasciatore dell’ordine in Libano, Maria Emerica Cortese.

Soffermandosi sulla figura di san Giovanni Battista, il cardinale ha ricordato la gioia che la sua nascita ha suscitato non solo nei suoi genitori, Elisabetta e Zaccaria, ma anche tra i loro vicini e conoscenti. «Dobbiamo essere testimoni di questa gioia e di questa gratitudine — ha affermato il segretario di Stato — perché anche noi abbiamo riconosciuto la salvezza che viene da Cristo. In un mondo sempre più tristemente afflitto dal peccato, dall’invidia, dalla divisione, dal conflitto e dalla mancanza di perdono, la gioia cristiana, che è molto più di una gioia passeggera, diventa sempre più necessaria».

Il Battista, ha aggiunto il porporato, è «allo stesso tempo il primo apostolo di Gesù e l’ultimo dei profeti», e ci ricorda che «il fatto di venire alla luce, di nascere, è sempre il compimento di un disegno d’amore, e questo richiede l’abbandono dell’idea che la vita sia guidata da uno sconosciuto fato o dal destino». In questo senso, «Giovanni è un prodigio dell’amore di Dio, come lo è ciascuno di noi; siamo preziosi ai suoi occhi».

Dunque sulle orme del Battista, il quale affermava che «è inutile essere figlio di Abramo se non si pratica la giustizia», lo Smom in Libano caratterizza la sua azione con «l’attenzione a “colui che non ha nulla”», ha sottolineato ancora il segretario di Stato. Il lavoro dell’ordine, ha aggiunto, «non è semplicemente di natura umanitaria»: si tratta, in realtà, di «un’azione religiosa fondata sulla fede in Cristo e che dà gloria a Dio attraverso il servizio ai più deboli». Nel contesto della «grave situazione economica del Libano», il porporato ha quindi invitato i membri dello Smom a «essere sempre più generosi per andare incontro alle necessità dei più bisognosi, per cercare di alleviare il peso di tante persone, nella speranza di un futuro migliore, più giusto ed equo».

Chiamato a manifestare, nel suo servizio, «la gioia, la fede e la speranza» del Signore, il Sovrano militare ordine di Malta deve esserne «testimone, come anche Giovanni Battista fu testimone di Cristo», ha ribadito il cardinale Parolin. Tanto più che «oggi abbiamo tanto bisogno di testimoni credibili», che mostrino la bellezza della fede, della speranza e della carità in Cristo attraverso la loro coerenza di vita e divenendo, come «famiglia cristiana, una cellula costitutiva della società». «Anche noi stessi — ha proseguito il segretario di Stato — dobbiamo essere testimoni a livello nazionale, regionale e internazionale, senza timore di portare il Vangelo di Cristo nella vita pubblica».

Al riguardo, il porporato ha evidenziato «un grande vuoto» che si avverte nel Paese: «Manca una voce cristiana che senza dubbio farebbe la differenza — ha detto —; manca la voce del presidente del Libano. Questa assenza pesa molto in questo momento così grave per il Medio Oriente». Dal 30 ottobre 2022, infatti, con la conclusione del mandato di Michel Aoun, il Paese dei Cedri non ha un nuovo capo di Stato che, secondo la consuetudine costituzionale, è solitamente un rappresentante cristiano.

A nome di Papa Francesco, infine, il cardinale Parolin ha lanciato un appello a tutti i responsabili affinché «si possa arrivare rapidamente all’elezione del presidente e il Paese possa ritrovare una stabilità istituzionale, tanto necessaria per affrontare seriamente le sfide attuali».

La visita del cardinale Parolin in Libano proseguirà fino a giovedì prossimo, 27 giugno, e sarà scandita da incontri con le autorità nazionali, con il Patriarcato maronita, la Chiesa locale, i patriarchi e i capi religiosi.