«Vi esorto ad andare avanti con coraggio nonostante ogni avversità: la posta in gioco, cioè la dignità assoluta della Vita umana, dono di Dio Creatore, è troppo alta per essere oggetto di compromessi o mediazioni. Sulla Vita umana non si fanno compromessi!»: è quanto scrive Papa Francesco in un messaggio inviato agli organizzatori e ai partecipanti della manifestazione nazionale “Scegliamo la Vita” che si è svolta oggi a Roma. Si tratta del più importante evento pubblico a difesa e promozione della dignità della vita umana dal concepimento alla morte naturale, a cui aderiscono 130 realtà e associazioni.
Un corteo composto da mamme, papà e figli provenienti da tutta Italia è partito da piazza della Repubblica e ha attraversato via Cavour, i Fori Imperiali, fino ad arrivare all’altezza dell’Altare della Patria. Una grande festa arricchita da testimonianze di speranza, di esperienze personali e familiari di chi ha accolto nuove vite nascenti e non si è arreso alla cultura dello scarto.
Papa Francesco ha ringraziato chi ha preparato e chi ha partecipato alla marcia: «Testimoniando la bellezza della vita, e della famiglia che la accoglie, costruiamo una società che rifiuti la cultura dello scarto in ogni fase dell’esistenza: dal più fragile nascituro all’anziano sofferente, passando per le vittime della tratta, della schiavitù e di ogni guerra» ha scritto nel messaggio.
Dai due palchi allestiti all’inizio (piazza della Repubblica) e al termine del corteo (piazza Venezia) sono state condivise testimonianze di famiglie, madri e padri che hanno scelto e accolto la vita anche in mezzo a difficoltà sociali ed economiche, oltre agli interventi dei portavoce dell’evento Massimo Gandolfini e Maria Rachele Ruiu.
Tra le istanze promosse dalla manifestazione nazionale, il “no” alla cultura dello scarto e a ogni pratica che vìola la dignità intrinseca della vita umana, a cominciare da aborto, eutanasia, suicidio assistito e manipolazione o distruzione di embrioni a fini riproduttivi.
«Questa manifestazione — ha dichiarato Gandolfini ai microfoni dei media vaticani — vuole essere un chiaro contrasto alla cultura della morte come la chiamava san Giovanni Paolo ii e alla cultura dello scarto come la chiama Papa Francesco, e contemporaneamente vuole essere una forte promozione della bellezza di aprirsi alla vita».
Il presidente del Family Day ha anche parlato dell’ispirazione ricevuta dal documento del Dicastero per la dottrina della fede, Dignitas infinita, che definisce illuminante: «La dignità delle vita è infinita e non ha bisogno di altre attribuzioni perché ogni essere vivente, dal concepimento alla morte naturale, è portatore della dignità umana e come tale deve essere riconosciuta e rispettata».
Gandolfini ha ricordato che la cultura “mortifica” di questi tempi «sta avvelenando le nostre società». Secondo il portavoce dell’evento, uno dei frutti di questa cultura è la denatalità che sta colpendo in mondo particolare l’Italia; poi si è soffermato sullo scarto degli anziani e dei malati e ha chiesto che sia garantito un dignitoso accompagnamento alla morte con le cure palliative. Inoltre, ha sottolineato la necessità di tutelare la maternità e la vita nascente anche contrastando pratiche che vìolano e mercificano le vite delle mamme e dei bambini come la maternità surrogata.
Infine, Gandolfini ha esortato la società e il mondo della politica a sostenere le famiglie, perché «la famiglia è la culla che accoglie la vita e il luogo della formazione di ogni individuo fino all’età adulta malgrado tutti i problemi sociali che ci sono. Sostenere la vita e la famiglia — ha concluso — significa sostenere il bene comune e avere una viva speranza nel futuro». (francesco ricupero)