Ginevra , 21. Il costo umano delle mine «è sconcertante». Si è aperta con tale constatazione, nel quadro della «tragedia dei conflitti in corso», la dichiarazione della delegazione della Santa Sede alla prima riunione preparatoria, ieri a Ginevra, della quinta Conferenza di revisione della Convenzione sulle mine antipersona, a novembre in Cambogia.
Con grande preoccupazione, è stato sottolineato, si continua ad osservare la diffusione «indiscriminata» di tali armi, in Ucraina, Siria, Myanmar, in un contesto in cui sono i civili a portare «il peso della sofferenza». Per questo la Santa Sede ha esortato tutti gli Stati che non l’abbiano ancora fatto ad aderire alla Convenzione e a fermare «senza indugio» la produzione e l’uso delle mine terrestri. In vista dell’incontro in autunno, la delegazione ha invitato a «tenere pienamente conto» della voce e della partecipazione delle vittime. La sollecitazione è stata inoltre a porre al centro degli sforzi la persona umana e la sua dignità, garantendo un’assistenza «integrale», che comprenda riabilitazione, reintegrazione e un impegno a «rendere le protesi più accessibili». Infine, sottolineata l’importanza di adottare un linguaggio e delle azioni chiari e concreti, «piuttosto che utilizzare una terminologia vaga come l’espressione “genere e diversità”».