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La dottrina sociale della Chiesa è per tutti

 La dottrina sociale  della Chiesa è per tutti  QUO-139
20 giugno 2024

«Essere se stessi vuol dire essere gli uni per gli altri», ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, citando un intervento dell’allora cardinale Ratzinger e intervenendo all’incontro “Proporre, sui tetti, a tutti una ragione all’altezza dell’umano”, sul presente e il futuro dell’antropologia umana, durante il primo festival dell’“Umano tutto intero” che si è svolto a Roma il 18 e 19 giugno scorso. L’arcivescovo di Bologna ha ribadito come in questa fase di inizio di «antropologia digitale» dimentichiamo che abbiamo fisicamente bisogno dell’altro, ma vogliamo farne a meno. L’altro, in determinati contesti, è diventato perfino qualcosa da eliminare. In questo senso, può essere un orientamento importante dato dalla dottrina sociale della Chiesa, definita da Zuppi come «larga» e «ragionevole». Un insegnamento che è «per tutti» — «i cristiani non hanno l’esclusiva su Matteo 25!» dice il porporato con una battuta —, che non va solo studiato, ma anche vissuto nel quotidiano, «perché se non lo viviamo non interessa a nessuno». La dignità della vita è molto legata alla dignità della morte, ha concluso Zuppi, ribadendo quanto sia fondamentale l’implementazione delle cure palliative. «Devono essere per tutte e diffuse», ha affermato e per questo è necessario un impegno serio e un investimento economico importante. Tra i relatori dell’evento anche il ministro italiano per la Famiglia, Eugenia Roccella, che ha ribadito come la maternità sia il punto fondamentale di ogni antropologia umana e non può essere messo in discussione da un discorso che mira a superare quelli che sono i limiti dell’umano. A margine dell’evento, Zuppi ha commentato il rapporto della Caritas sulla povertà pubblicato mercoledì 19 giugno. «La povertà diventa cronica e quindi a maggior ragione richiede un impegno straordinario perché c’è tanta povertà ed è aumentata l’esclusione, sono aumentate le disuguaglianze e tantissimi sono sulla soglia della povertà», ha affermato, ribadendo, che «c’è bisogno di grande impegno di tutti, la Chiesa naturalmente farà la sua parte per essere vicino e anche per provare a togliere le cause, per riaprire tante possibilità di studio, di integrazione, di preparare il futuro, di accoglienza». Sull’autonomia differenziata, ha aggiunto, il Consiglio permanente della Cei ha fatto un documento ufficiale. «Quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio. Che dobbiamo fare?», ha detto  Zuppi, aggiungendo, parlando del premierato che se vogliamo che le riforme «durino devono avere un coinvolgimento di tutti. Cerchiamo di fare tutti quanti il possibile perché sia così». (michele raviart)