· Città del Vaticano ·

Spunti di riflessione

Dio ci prende la mano

 Dio ci prende  la mano  QUO-139
20 giugno 2024

«Dio non ha creato la morte... Egli ha creato tutto per l’esistenza... Dio ha creato l’uomo per l’immortalità» (prima lettura).

Dio è l’artefice della vita, nemico della morte. A lui importa una cosa sola: che viviamo. Affidarsi a lui, nella fede, significa scegliere di vivere.

Per questo dice alla donna guarita: «La tua fede ti ha salvato». Non dice: prepàrati a morire. Piuttosto: prepàrati a vivere!

E Cristo è venuto sulla terra a portare un messaggio di vita, per eliminare tutto ciò che impedisce a una persona di vivere in pienezza. Una sola cosa chiede, come al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede».

Sono i momenti in cui si gioca la continuità di un rapporto con lui. Quando tutto va male, «continua ad aver fede». Quando tutto sembra irrimediabile, «continua ad aver fede». Quando sembra che non ci sia più speranza, «continua ad aver fede».

Grazie alla fede, si festeggia il miracolo della vita. È la fede che rende possibile il miracolo! È l’incontro personale con Gesù attraverso la fede e la preghiera che riporta la vita dove c’era la morte.

«La fede è un dono, ma è nello stesso tempo una conquista» (David Maria Turoldo). Noi che abbiamo il dono della fede, anche se piccola, piena di dubbi, fragile, cerchiamo di difenderla, di rafforzarla, di testimoniarla con coraggio e coerenza.

Gesù prende la mano della bambina e dice: «Alzati». La prima parola di Dio è la vita. Dio ci prende la mano, ed è amore! Ed è vita!

Il Vangelo in tasca

Domenica 30 giugno,
xiii del Tempo ordinario
Prima lettura: Sap 1, 13-15; 2, 23-24;
Salmo: 29;
Seconda lettura: 2 Cor 8, 7.9.13-15;
Vangelo: Mc 5, 21-43.

di Leonardo Sapienza