· Città del Vaticano ·

Sinodo dei vescovi: conclusi i lavori del gruppo di teologi e teologhe

Una Chiesa viva
e in movimento

 Una Chiesa viva e in movimento  QUO-134
14 giugno 2024

«I semi della Chiesa sinodale stanno già germogliando» e l’esperienza sinodale prosegue «tra risposte entusiaste e creative, ma anche resistenze e preoccupazioni»: così il cardinale gesuita Jean-Claude Hollerich, relatore generale della xvi Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, si è espresso a conclusione dei lavori del gruppo di teologi e teologhe che dal 4 al 14 giugno hanno lavorato sui rapporti giunti alla segreteria generale in vista della seconda sessione della medesima assise che si terrà dal 2 al 27 ottobre prossimi.

Nello specifico, il gruppo di teologi (uomini e donne, vescovi, sacerdoti, consacrati/e e laici) provenienti da diversi continenti ha lavorato presso la sede della segreteria generale del Sinodo sui 106 rapporti delle Conferenze episcopali e dalle Chiese cattoliche orientali, sul contributo dell’Unione internazionale dei superiori maggiori e l’Unione internazionale delle superiore generali, e sulle oltre 175 osservazioni pervenute da realtà internazionali, facoltà universitarie, associazioni di fedeli o di singole comunità e persone. Un’altra significativa fonte di riflessione è stata quella dei rapporti presentati dai sacerdoti intervenuti alla tre-giorni di lavoro dell’incontro “Parroci per il Sinodo” (29 aprile - 2 maggio).

Da tutto questo materiale emerge «una Chiesa viva e in movimento», sottolinea in una nota la segreteria generale del Sinodo, ricordando i temi più ricorrenti, come «la formazione alla sinodalità, il funzionamento degli organismi di partecipazione, il ruolo delle donne, dei giovani, l’attenzione ai poveri, l’inculturazione, la trasparenza e la cultura del rendere conto da parte di chi assume un ministero nella Chiesa, ma anche la catechesi e l’iniziazione cristiana, la collaborazione fra le chiese, la figura del vescovo».

E se da un lato si registra «l’esperienza di persone che hanno compiuto una vera e propria conversione personale», non mancano quanti «continuano a sperimentare confusione, preoccupazione o ansia». In particolare, afferma il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, «vi è il timore che quanto inviato non sia preso sul serio oppure che ideologie e lobby di fedeli possano sfruttare il cammino sinodale per imporre la propria agenda». Pertanto, il porporato ribadisce che l’Assemblea del prossimo ottobre non sarà incentrata «su quel o quell’altro tema, ma sulla sinodalità, su come essere Chiesa missionaria in cammino. Tutte le questioni teologiche e le proposte pastorali di modifiche hanno questo fine». Ogni partecipante all’Assemblea, dunque, si collocherà «all’interno di un cammino iniziato nel 2021 e portando la “voce” del popolo di Dio da cui proviene per discernere la volontà di Dio per la Sua Chiesa», e non «per imporre la propria visione di Chiesa».

Quanto al processo di elaborazione dell’Instrumentum laboris, esso proseguirà con altre tappe: a un primo discernimento su quanto elaborato finora, seguirà la stesura del testo, la sua verifica «ad ampio raggio», l’approvazione da parte del Consiglio ordinario e la presentazione del documento al Pontefice per l’approvazione definitiva.

Al riguardo, monsignor Riccardo Battocchio, segretario speciale della xvi Assemblea, evidenzia che il prossimo Instrumentum laboris sarà diverso dal precedente: dal primo, infatti, sono emersi i temi da affrontare; il secondo invece «intende mettere in luce alcuni nodi da sciogliere per rispondere alla domanda “Come essere Chiesa sinodale in missione”, recependo il cammino fatto fin qui e proponendo argomentazioni teologicamente fondate insieme ad alcune proposte concrete per aiutare il discernimento affidato ai membri dell’Assemblea».