«Come andare da un amico che soffre per dire
«Comunione e pace. Essere vicini a chi è nella sofferenza». Con queste parole, condivise con i media vaticani, il cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, sintetizza lo spirito e gli obiettivi del pellegrinaggio, dal 13 al 16 giugno, in Terra Santa con centosessanta partecipanti provenienti non solo dalla diocesi di Bologna ma anche da diverse altre realtà ecclesiali: Pax Christi Italia, Associazione Papa Giovanni xxiii , Agesci, Movimento dei Focolari, Acli, Azione Cattolica, solo per citarne alcune.
Pace a voi! è il titolo e il tema dell’iniziativa proposta dalla Chiesa felsinea in comunione con il patriarcato di Gerusalemme dei Latini. È stato infatti il patriarca, cardinale Pierbattista Pizzaballa, ad accogliere i pellegrini guidati da Zuppi. E sempre Pizzaballa ha celebrato una messa nella basilica delle Nazioni al Getsemani; presente pure il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. Al termine della liturgia, il gruppo si è diretto verso la concattedrale di Gerusalemme, San Salvatore, dove si sono svolti i i vespri solenni per la festa di sant’Antonio di Padova, patrono della Custodia di Terra Santa. Subito dopo si è tenuto un incontro con Rachel Goldberg e alcuni altri familiari degli ostaggi israeliani prigionieri di Hamas a Gaza dal 7 ottobre.
«Abbiamo iniziato il pellegrinaggio con il patriarca Pizzaballa a cui ci unisce una comunione più stretta», ha spiegato il cardinale Zuppi a L’Osservatore Romano: «È come andare a visitare un amico che soffre per dirgli “ti vogliamo bene, ti siamo vicino e con te aspettiamo la guarigione che speriamo venga presto”. La fine della violenza è una scelta importante nella via della pace». Parole rilanciate dal presidente della Cei anche a un gruppo di giornalisti incontrati a Gerusalemme: «È una cosa — dice Zuppi in riferimento al viaggio — che sognavamo da sempre, da quando la violenza ha iniziato a scuotere la Terra Santa. Vogliamo dire che siamo vicini, non basta farlo in remoto o con un messaggino. Cambia tutto stare vicino ai tantissimi che soffrono, preghiamo per loro, che è la prima vicinanza, e con loro sogniamo che nel buio venga presto la luce della pace».
Profonda gratitudine per questa «iniziativa coraggiosa» è stata espressa dal cardinale Pizzaballa, il quale ha voluto pubblicamente ringraziare Zuppi «perché in un periodo in cui tutti hanno paura a venire è riuscito a organizzare un gruppo di 160 in un pellegrinaggio di solidarietà, non solo con i cristiani, ma con tutte le popolazioni della Terra Santa. Spero — ha detto il patriarca di Gerusalemme dei Latini — che questo gesto venga ripreso anche da altri perché abbiamo bisogno della presenza di pellegrini che porta serenità in tante famiglie rimaste senza lavoro e riporta anche la vita». Per Pizzaballa «è chiaro che non scoppierà la pace in questo momento in cui gli unici segni che abbiamo sono la violenza e lo scontro. Venire qui per dare fiducia, vicinanza ed empatia è quanto abbiamo bisogno in questo momento. Ci indica che possiamo contare su altri amici. Siamo grati».
È una gratitudine di cui si fa voce anche l’arcivescovo Adolfo Tito Yllana, nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico in Gerusalemme e Palestina. Ai media vaticani il presule sottolinea come la presenza del presidente della Conferenza episcopale italiana insieme al gruppo della sua arcidiocesi «manifesta vicinanza e comunione con la comunità cristiana dei luoghi santi». Inoltre è «molto importante perché mostra a tutti che, nonostante la situazione qui, i luoghi santi sono sempre aperti per i pellegrini. È una riaffermazione che solidifica la fede in questa terra, Gerusalemme, Madre di tutte le Chiese».
Questa mattina il cardinale Zuppi ha presieduto la celebrazione della messa nella cappella dell’Incontro nella basilica del Santo Sepolcro. Successivamente i pellegrini hanno incontrato la professoressa Yisca Harani, storica delle religioni e animatrice del dialogo giudaico-cristiano. Zuppi si è poi recato, con una delegazione ristretta, al patriarcato ortodosso di Gerusalemme dove ha incontrato Teofilo iii , il quale ha sottolineato la centralità del problema di Gerusalemme nel conflitto israelo-palestinese: «Gerusalemme non appartiene a nessuna delle parti in causa. Gerusalemme appartiene al mondo intero». Al termine dell’incontro il cardinale Zuppi e il patriarca Teofilo si sono intrattenuti privatamente in una conversazione avente a oggetto gli sforzi congiunti per una rapida pacificazione in Ucraina. Nel pomeriggio i pellegrini si sono trasferiti a Betlemme dove resteranno fino a domenica. In programma incontri con le comunità locali e momenti di preghiera.
da Gerusalemme
Roberto Cetera