· Città del Vaticano ·

La consegna del Papa ai partecipanti al iv Convegno internazionale delle corali in Vaticano

Portare l’armonia nel mondo

 Portare l’armonia nel mondo  QUO-133
13 giugno 2024

Dal 7 al 9 giugno si è svolto il IV Convegno internazionale delle corali, che ha riunito in Vaticano cori parrocchiali, corali diocesane, scholae cantorum, cappelle musicali, direttori e musicisti che desiderano offrire il loro servizio per la musica sacra e liturgica. Pur provenendo da luoghi diversi, i partecipanti hanno potuto sperimentare come la musica e il canto uniscano ed elevino tutti, divenendo un bellissimo segno di comunione e di fede.

L’evento, da me ideato e organizzato da “Nova Opera”, con il patrocinio del Dicastero per la cultura e l’educazione e del Pontificio Istituto di musica sacra (Pims), si è svolto per la quarta volta nell’Aula Paolo vi con la partecipazione di più di 7.000 tra coristi ed ospiti. Tre giorni in cui i momenti formativi, con gli interventi di esperti sia nell’ambito liturgico sia in quello musicale, si sono alternati ai canti eseguiti dai cori, fino ad avere il suo culmine nell’udienza col Santo Padre, sabato mattina, 8 giugno, e nel grande concerto di sabato sera a cui hanno partecipato tutte le corali, insieme al Coro della diocesi di Roma e all’Orchestra “Nova Opera”.

La solenne liturgia in San Pietro, presieduta dal cardinale arciprete Gambetti, ha coronato la tre giorni, conclusasi con la benedizione del Papa all’Angelus domenicale.

Per i cori questa volta c’era una ragione in più per ritrovarsi tutti insieme: il 40° anniversario della fondazione del Coro della diocesi di Roma. Nato nel 1984 per animare le liturgie solenni diocesane, il coro ha vissuto uno straordinario cammino, fatto di musica e preghiera e servizio a servizio di tre Papi: san Giovanni Paolo ii, Benedetto xvi e Francesco.

Un itinerario spirituale e musicale che è stato di ispirazione per tanti cori parrocchiali e diocesani, che hanno visto nell’esperienza romana un modello a cui riferirsi. Il Coro della diocesi di Roma è stato per loro uno stimolo e un incoraggiamento per svolgere il servizio liturgico con competenza e dedizione, mettendo in pratica la volontà del Concilio riguardo i contenuti dei canti, il loro stile e la partecipazione attiva della comunità cristiana.

Il venerdì 7 è stato il giorno dedicato alla formazione. Hanno offerto il loro contributo il compositore polacco Henryk Jan Botor, padre Robert Melhart, preside del Pims, il gregorianista Franz Karl Praßl, monsignor Marcos Pavan, maestro della Cappella Pontificia. La formazione pratica dei cori si è arricchita dei workshop del direttore di coro Fabrizio Barchi e del vicemaestro del Coro della diocesi di Roma, Emanuele Faiola. Inoltre, si sono alternate le testimonianze di alcuni studenti del Pims e di altri direttori di corali provenienti da tutte le parti del mondo, mostrando, con i loro contributi, la ricchezza dell’esperienza musicale liturgica, viva in tutta la Chiesa.

Sabato 8 è stato il giorno delle grandi emozioni, iniziato al mattino con l’udienza del Santo Padre e terminato con il grande concerto serale. Il Papa ha voluto evidenziare tre elementi fondamentali da vivere ed esercitare nel ministero del canto liturgico: l’armonia, la comunione e la gioia.

Infatti, l’armonia generata dalla musica ha il potere di unire tutti, anche i più lontani ed emarginati, di consolare il cuore dei sofferenti, di donare entusiasmo agli scoraggiati, facendo conoscere da una parte la capacità umana di esprimere bellezza e poesia, dall’altra la grandezza di Dio creatore che ha posto in ogni cosa il segno della sua armonia luminosa. La musica è un linguaggio universale e immediato, non ha bisogno di traduzione né di essere spiegata concettualmente. Sia i semplici sia i dotti possono apprezzarla cogliendone chi un aspetto chi un altro, con più o meno profondità, ma attingendo tutti alla sua stessa ricchezza. La musica è educante perché esige formazione e rigore, è edificante perché educa le emozioni e fa crescere in qualità i sentimenti e apre la mente e il cuore alla migliore comprensione del mondo e degli uomini. Secondo il Pontefice, «la musica genera armonia..., educa all’ascolto, all’attenzione, allo studio, elevando le emozioni e portando le persone oltre una visione solo materiale della vita».

Il mondo contemporaneo ha bisogno di armonia e di luce, la musica può aiutare gli uomini a ritrovare nel loro cuore l’armonia perduta. Parlando con il linguaggio musicale si superano le divisioni e gli antagonismi e si scopre la bellezza di essere in accordo, di vigilare sulle stonature e le dissonanze che possono separarci l’uno dall’altro e che arrivano a renderci nemici.

Inoltre la musica genera comunione: infatti, si fa sempre insieme agli altri, non si può fare da soli. La musica insegna a condividere e partecipare le proprie capacità; affinché si possa realizzare un bel “concerto” occorre sempre la partecipazione generosa di ciascuno. In un coro, come in un’orchestra, i diversi componenti hanno ognuno una parte, l’una diversa dall’altra, eppure solo suonando e cantando insieme si realizza una splendida sinfonia, «dove ciascuno è chiamato a fare bene la sua parte a vantaggio dell’intera comunità». Ogni membro di un coro o di un’orchestra scopre di aver «bisogno della presenza degli altri» perché sperimenta che la riuscita della sua esecuzione è condizionata dalla partecipazione di tutti. Infatti, in una partitura ci sono tante parti diverse affidate ad altrettanti esecutori; ognuno deve eseguire al meglio la sua parte rispettando gli altri, e deve andare in accordo con tutti, «senza protagonismi inutili» ma in perfetta sintonia. Proprio come nella Chiesa, dove ognuno è chiamato a offrire il proprio contributo eseguendo bene la sua parte a vantaggio di tutti. Imparando a diventare coro apprenderemo anche l’arte di essere Chiesa, missionaria e sinodale, capace di cantare insieme agli altri un unico canto di lode a Dio.

Infine, il Papa ricorda che il terzo elemento della musica è la gioia, la quale nasce dalla libertà del cuore. L’ambizione, l’interesse, la gelosia, le divisioni «possono introdursi nella vita di un coro, come di una comunità, rendendoli spazi non gioiosi, ma tristi e pesanti, fino a disgregarli... occorre quindi tenere alto il tenore spirituale con la preghiera e la meditazione della Parola di Dio partecipando, oltre che con la voce, anche con la mente e con il cuore alle liturgie, e vivendone con entusiasmo i contenuti giorno per giorno, perché la musica sia sempre più elevazione felice del cuore a Dio».

I cori, quindi, sono chiamati a divenire portatori di armonia nel mondo, nelle diocesi, nelle comunità, testimoni di comunione, luci di gioia ed entusiasmo. Occorre che il canto offra il suo aiuto gli uomini affinché innalzino la loro lode a Dio e si scoprano fratelli, fino ad elevare il cuore alla contemplazione della bellezza di Dio.

Domenica 9 tutte le corali insieme al Coro della diocesi di Roma hanno cantato nella solenne celebrazione in San Pietro, presieduta dal cardinale Gambetti. Nell’omelia il porporato, commentando il Vangelo della x domenica del Tempo ordinario, ha esortato le migliaia di presenti a vivere nella libertà e nell’entusiasmo la fede cristiana per ingaggiare un’efficace lotta contro il male e il peccato del mondo.

I cori poi sono confluiti in piazza San Pietro per pregare l’Angelus e ricevere la benedizione del Papa, pronti a diventare autentici missionari del Magnificat, portatori nel mondo della gioia della grazia che salva, della bellezza del volto di Cristo Risorto, speranza del mondo.

di Marco Frisina