· Città del Vaticano ·

Messaggio pontificio per la Giornata mondiale del prossimo 17 novembre
sul tema «La preghiera del povero sale fino a Dio»

I poveri vittime innocenti della politica
fatta con le armi

A homeless person sleeps near the escalator of a subway station, in Buenos Aires, Argentina, May 30, ...
13 giugno 2024

«La violenza provocata dalle guerre» testimonia «quanta arroganza muove chi si ritiene potente davanti agli uomini, mentre è miserabile agli occhi di Dio. Quanti nuovi poveri produce questa cattiva politica fatta con le armi, quante vittime innocenti»: contiene un’esortazione a «non indietreggiare» davanti a tutto ciò il messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale dei poveri, che si celebrerà il 17 novembre. Diffuso stamane, il testo pontificio rilancia il tema scelto per l’ottava edizione dell’iniziativa voluta dal Pontefice — «La preghiera del povero sale fino a Dio» — tratto dal libro biblico del Siracide (21, 5).

Nell’anno dedicato alla preghiera in vista del Giubileo del 2025 — spiega il vescovo di Roma — questa espressione che proviene dall’antico autore sacro Ben Sira «è quanto mai appropriata» per prepararsi alla Giornata, la cui realizzazione è affidata al Dicastero per l’evangelizzazione. Del resto i poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio, che è attento e vicino a ognuno di essi, ascoltandone la preghiera fino a quando non ha reso loro giustizia, commenta in un comunicato lo stesso Dicastero, confermando anche che Papa Francesco presiederà come di consueto la celebrazione eucaristica nella basilica di San Pietro il 17 novembre e aggiungendo che alla messa seguirà il tradizionale pranzo con i poveri nell’Aula Paolo vi organizzato dal Dicastero per la carità. Invitando a essere «in ogni circostanza amici dei poveri» Papa Bergoglio offre nel suo messaggio gli esempi concreti di due figure di santità: quello di madre Teresa di Calcutta, la quale amava ripetere «che era la preghiera il luogo da cui attingeva forza e fede per la sua missione di servizio agli ultimi»; e quello di san Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783), «povero tra i poveri» che dormiva abitualmente tra le rovine del Colosseo, come “vagabondo di Dio” «facendo della sua esistenza una preghiera incessante che saliva fino a Lui».

Il messaggio