«Nessuna storia è piccola, nessuna. Ogni storia è grande e degna, e anche se è brutta, se la dignità è nascosta, sempre può emergere». Era il 5 febbraio 2019 quando Francesco pronunciava queste parole all’inizio della conferenza stampa in aereo di ritorno da Abu Dhabi dopo la storica firma della Documento sulla Fratellanza umana. Il Papa in questi anni ha incoraggiato tante volte, soprattutto noi operatori della comunicazione, a dare spazio a storie “piccole”. Storie di persone, di comunità, storie di popoli. E ce lo chiede, in particolare, quando ci confrontiamo con il fenomeno epocale delle migrazioni. È così che i numeri diventano volti, le statistiche esperienze e i ragionamenti politici sulle emergenze (vere o presunte) cedono il passo agli sforzi per salvare l’altro, che non può esserci estraneo perché è donna o uomo proprio come noi.
In queste ore è emersa una storia che ben si ricollega a questi richiami di Papa Francesco. Una vicenda che non troviamo nei titoli dei telegiornali ma che, appunto, «non è piccola» perché ci testimonia una grande dignità. È la storia di Maryam, una donna di 78 anni che è fuggita dall’Afghanistan dei talebani (chi ricorda più questo Paese dopo il ritiro delle forze militari occidentali?) e dopo un viaggio avventuroso è arrivata sulle coste della Calabria, a Roccella Jonica, assieme ad altri 83 migranti partiti con una barca a vela dalle coste della Turchia. Cosa ha spinto — ci chiediamo — una donna così anziana a percorrere migliaia di chilometri con mezzi di fortuna, tra mille pericoli, e pagando a caro prezzo i passaggi che dal cuore dell’Asia l’hanno condotta ai confini dell’Europa? La motivazione è la sua famiglia. Nel 2021, infatti, la figlia di Maryam assieme al marito è fuggita dall’Afghanistan e ha raggiunto la Germania lasciando il figlio adolescente sotto la custodia della nonna, che ora ha deciso di riportarlo ai suoi genitori.
«All’arrivo a Roccella Jonica — scrive la «Gazzetta del Sud» — Maryam ha mostrato gratitudine verso i soccorritori, ma la sua determinazione a raggiungere la Germania era incrollabile. Nonostante i tentativi di convincerla a chiedere asilo politico in Italia, ha rifiutato e, ottenuto il decreto di respingimento, è partita con il nipote verso la sua destinazione finale». Nulla dunque ha fermato la determinazione di Maryam a puntare verso nord, percorrendo l’ultimo tratto di questo cammino per ricongiungere una famiglia divisa. Sembra quasi di avere davanti a noi la scena virgiliana di Enea che fugge da Troia in fiamme portando il vecchio padre Anchise sulle spalle. Qui però è Anchise, ovvero l’anziana Maryam, a portare sulle sue spalle Enea, il giovane nipote. E anche in questa storia, come più volte ci ha ricordato Papa Francesco — sono i sogni degli anziani a guidare i giovani e a spingerli avanti per raggiungere la meta. (alessandro gisotti)
di Alessandro Gisotti