· Città del Vaticano ·

Storia di Curia e di cultura

Architettura della Bellezza

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05 giugno 2024

Con la partecipazione della direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, di cui anticipiamo stralci dell’intervento, nel pomeriggio del 5 giugno al Palazzo del Rettorato della Sapienza Università di Roma, viene presentato il volume Architetture per i principi della Chiesa Committenze in Roma, 1400-1700  (Firenze, Olschki, 2023, pagine 228, euro 38), a cura di Flavia Cantatore, associata di Storia dell’architettura presso la Sapienza, con saggi della stessa Cantatore, di Giorgia Aureli, Flaminia Bardati, Susanna Pasquali, Francesca Tottone e Paola Carla Verde. La Curia è stata protagonista della straordinaria impresa architettonica vissuta in tutta la città di Roma, in particolare tra la cittadella pontificia e il Borgo, e nel libro emerge una lettura delle opere attenta alle implicazioni non solo architettoniche e artistiche ma anche culturali, sociali, religiose e politiche.  Attraverso l’analisi di nuove fonti scritte e iconografiche, si esaminano esempi di casi-studio per area cronologica (dal Quattro al Settecento), per scala di intervento (dalla cappella alla residenza, sino all’infrastruttura urbana) e per committenza (papale e cardinalizia, romana e straniera).

Roma, Città Eterna. Una città meravigliosa che ha avuto nei secoli come cifra distintiva quella degli incontri e dei confronti di coloro che operavano a servizio del papato. Un papato inteso nella sua accezione più ampia: pontefici, cardinali e tutto l’ambiente delle famiglie aristocratiche della Curia romana. Le imprese architettoniche furono una componente essenziale di quel fenomeno che ha permesso di poter avere la città più bella del mondo, stratificata in secoli di bellezza che si aggiungeva oppure modificava lo splendore del passato. Architetti, artisti, maestranze — sia romani sia forestieri — vennero coinvolti in iniziative di pregio in tutta Roma che fu teatro di un’espressività sempre più identificabile con l’élite di una corte internazionale.

Un volume che tratta questi argomenti non poteva che incontrare molto interesse. Un libro importante che raccoglie dei significativi casi-studio e degli approfondimenti su luoghi, edifici e costruzioni che spesso accarezziamo con uno sguardo ammirato ma superficiale o dandoli per scontato. Attraverso l’analisi di nuove fonti scritte e iconografiche, vengono nel volume esaminati una serie di esempi per un’area cronologica molto ampia, dal xv al xviii secolo, per interventi diversi, dalla cappella alla residenza sino all’infrastruttura urbana, e soprattutto per una committenza che costituisce il filo rosso di questo volume: committenza papale e cardinalizia, romana e straniera.

Vi troviamo una varietà di interventi che mostrano importanti occasioni di continuità nel dialogo con l’antico e nel rapporto con le preesistenze e, dunque, in una lettura delle opere attenta alle implicazioni non solo architettoniche e artistiche ma anche culturali, sociali, religiose e politiche.

Un volume frutto di ricerca, di tanta ricerca e di appassionate indagini su argomenti a largo spettro. Una ricerca, mi faceva notare Flavia Cantatore, tutta al femminile per le sue autrici, instancabili e competenti studiose in questi ambiti. Oltre a Flavia Cantatore hanno contribuito Flaminia Bardati, Francesca Tottone, Paola Carla Verde, Giorgia Aureli e Susanna Pasquali. Le sei autrici hanno realizzato approfondimenti e studi concentrandosi sulle architetture realizzate ma anche e soprattutto su tanti profili biografici di pontefici e prelati, come quello dell’arciprete della Basilica vaticana Richard Olivier de Longueil, indagato da Flaminia Bardati, che nel xv secolo fu parte di quella committenza francese alla quale Roma deve molto. Ugualmente la città rinascimentale è debitrice a quella spagnola, come ha analizzato Flavia Cantatore per la cappella del cardinale Serra in San Giacomo degli Spagnoli. Quindi le committenze barocche e del xviii secolo, infrastrutture come il castello dell’Acqua Paola voluta sul Gianicolo da Paolo v Borghese o la figura di Carlo Camillo Massimo, pronipote di Vincenzo Giustiniani e appassionato di architettura, creato cardinale da apa Clemente x Altieri che lo coinvolgerà in tante imprese architettoniche familiari confermandolo una figura emblematica di quell’attenzione che la Curia romana ha avuto per la magnificenza della città dei papi. Quella magnificenza che ritroviamo nella volontà di Clemente xiv Ganganelli di risistemare la splendida vignolesca Villa Giulia fuori porta del Popolo. Il pontefice che con Pio vi aveva voluto creare il museo dei musei, il Museo Pio Clementino. Ad augendum Urbis splendorem et asserendam religionis veritatem («Per promuovere lo splendore della città di Roma e affermare la verità della religione cristiana») questa l’epigrafe che Benedetto xiv , Papa Lambertini, aveva fatto apporre alla porta d’ingresso del Museo Cristiano nel 1757, primo “museo” vaticano, emblematica del progetto culturale e artistico papale che questo libro ben rappresenta.

di Barbara Jatta