· Città del Vaticano ·

La buona Notizia
Il Vangelo della X domenica del tempo ordinario (Mc 3, 20-35)

I veri parenti di Gesù

 I veri parenti di Gesù  QUO-125
04 giugno 2024

È nella natura di un “vangelo” pronunciare, per un pubblico, ciò che è indiscutibilmente vero, qualcosa su cui un ascoltatore o un lettore può fare affidamento nel corso della sua vita, parole che non distolgono dalla retta via ma che piuttosto allontanano in modo salvifico dal dubbio paralizzante e perfino dal pericolo. È questo un “servizio” del Vangelo. I seguaci di Gesù sono uguali a tutti gli altri: scaraventati qua e là da affermazioni della verità contrastanti delle quali il mondo ci circonda. All’inizio di Marco, 3, nella sinagoga, Gesù guarisce un uomo dalla mano inaridita. È verosimile considerare la sua afflizione come l’emblema di uno spirito inaridito. Il giorno è un sabato, e i detrattori di Gesù, i farisei, si lamentano dicendo che compiere un atto di guarigione il sabato — scacciare di fatto il demonio stesso guarendo — è un trucco perverso del demonio. Gesù, sostengono i farisei, è un galoppino del demonio e deve essere ucciso.

Successivamente, Gesù guida i suoi seguaci verso il mare, dove a quanto pare la verità è più di casa, e trasforma la subdola accusa dei farisei — come diremmo in un linguaggio contemporaneo — in un momento di insegnamento e anche in una promessa con la quale attirare più vicino a sé i suoi seguaci, dissipando la loro confusione su ciò che è peccato e ciò che non lo è. Il demonio, dice Gesù ai suoi seguaci, non può scacciare il demonio senza distruggere se stesso. Pertanto, guarire l’uomo dalla mano inaridita, di sabato, nella sinagoga, non è peccato in quanto “io sono ancora qui con voi: se fossi il demonio o un suo galoppino distruggerei me stesso”.

La parabola alquanto circolare di Gesù (ovvero che Satana non può scacciare Satana in maniera innocua) francamente è ben lungi dall’essere ovvia per uno scettico come me, e tanto meno può esserlo per un ingannatore consumato come Satana, il che rende Satana un avversario sempre difficile. Ma la nitidezza e l’apparente ineluttabilità della massima di Gesù sulla casa divisa contro se stessa, insieme al timore e alla confusione dei suoi seguaci riguardo alla sua sicurezza, come anche alla promessa di Gesù delle gravi conseguenze se i suoi seguaci non gli crederanno («chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo non avrà perdono in eterno»), rende ancor più affascinante l’atto di fede dei suoi seguaci. E, come per aumentare l’attrattiva di ciò che sta predicando, Gesù estende ai suoi seguaci il privilegio della sua famiglia allargata. «Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre»: è questo l’“affare” di Gesù, il servizio che offre ai fedeli.

di Richard Ford