C’è anche un parco-giochi tra le nuove strutture inaugurate il 28 maggio a Qabasin, città situata nel nord della Siria, a circa 30 km da Aleppo. Un parco-giochi allestito con scivoli, altalene e cavalli a dondolo, tutti dipinti con colori accesi che vanno dal giallo sole al rosso fuoco al blu oltremare. Manca però il verde speranza, anche se, a guardare bene, c’è anch’esso: è rappresentato dai bambini giocano allegramente nel nuovo parco. La loro gioia è infatti un segnale di forte speranza, perché questi bambini sono piccoli sfollati e fanno parte dei milioni di rifugiati vittime del drammatico conflitto che attanaglia la Siria dal lontano 2011, nonché dei moltissimi profughi costretti a lasciare le loro case dopo il violento terremoto che, a febbraio 2023, ha colpito il confine turco-siriano.
Per cercare di andare incontro alle esigenze della popolazione sfollata, dunque, la Mezzaluna rossa del Qatar, insieme all’Autorità turca per la gestione dei disastri e delle emergenze, ha inaugurato a Qabasin un grande villaggio destinato ai profughi, costituito da 1.136 nuove case suddivise in 143 edifici a due piani, una scuola per 500 alunni, una clinica con 16 stanze, una moschea e alcuni negozi.
Non è il primo progetto di questo tipo: già a marzo, la Mezzaluna rossa del Qatar aveva inaugurato il nuovo villaggio di Katara, sempre nel nord della Siria, composto da 30 unità abitative, al fine di garantire un ambiente sicuro e confortevole alle famiglie sfollate. «L’inaugurazione di questo villaggio — aveva detto in quell’occasione Mohamed Salah Ibrahim, direttore della Divisione soccorso e sviluppo internazionale della Mezzaluna rossa qatarina — è un esempio di come noi e i nostri partner ci stiamo impegnando per garantire agli sfollati interni alloggi di transizione dignitosi», in modo da poter «migliorare le loro condizioni di vita».
Dal suo canto, la Turchia ha lanciato un progetto che prevede la costruzione di 240.000 nuove abitazioni in tredici siti, al fine di rialloggiare un terzo dei tre milioni di siriani fuggiti oltre il confine. E, aggiungiamo noi, per donare loro nuove speranze. (isabella piro)