· Città del Vaticano ·

Bailamme

Il silenzio in musica
di Bruce Springsteen

 Il silenzio in musica di Bruce Springsteen  QUO-122
31 maggio 2024

Mentre i fan italiani stanno attendendo di conoscere le nuove date dei concerti di Bruce Springsteen a Milano (dopo il rinvio per motivi di salute/raucedine), vale la pena riprendere in mano qualche “perla” del vasto repertorio del cantautore americano che da oltre cinquant’anni percorre il mondo intero accendendolo del suo entusiasmo e dell’energia che soprattutto negli eventi dal vivo riesce a trasmettere. In particolare sono molto affezionato ai suoi primi dischi, e quello che in assoluto preferisco è il doppio album intitolato The River del 1980. Di quell’album ascolto spesso l’ultima traccia, Wreck on the Highway (Incidente in autostrada). Una canzone triste e pensosa in un album in gran parte rock e pieno di vita, automobili e donne amate. Mentre nelle altre canzoni l’auto, uno dei simboli del successo americano, rappresenta il riscatto, la libertà e la conquista, qui rappresenta il dolore e la morte.

In qualche modo Springsteen anticipa l’album successivo, Nebraska, un disco apparentemente minore, meno rock e dal tono sommesso e pessimista, nel quale l’artista si immerge nell’ordinaria e faticosa esistenza degli operai dell’America profonda.

C’è già tutto questo nella ballata, un po’ inquietante e poco sentimentale, di Wreck on the Highway. Essa narra, in prima persona, di un uomo testimone di un incidente automobilistico in un’autostrada. Il posto è isolato: il narratore ha di fronte un uomo ferito tra sangue e vetri rotti in una notte fredda. Il testimone è solo, come soli, spaventati e impotenti si è di fronte al dolore. L’uomo ferito chiede aiuto, un’invocazione quasi religiosa: «Signore, mi puoi aiutare?». Finalmente l’ambulanza arriva e lo porta via. Tornato a casa, il testimone raggiunge la moglie a letto, e mentre lei dorme l’abbraccia forte e teneramente. Il suo trasporto è tanto più intenso quanto non può non pensare, con commozione, ad un’altra donna, che in quella stessa notte sarà informata da un agente che il suo uomo ha perso la vita in un incidente stradale.

Il tempo passa, ma il narratore continuerà a pensare a quell’incidente che gli ha fatto capire quanto la vita sia fragile e la morte incombente. Le persone che amiamo devono essere amate e abbracciate senza ritardi, perché non sappiamo se potremo rifarlo. Springsteen vive questa canzone come una meditazione su cosa significa essere vivi e sulla realtà della nostra mortalità.

In un’occasione Bruce Springsteen introduce la canzone dicendo che «hai un numero limitato di opportunità per amare qualcuno, per fare il tuo lavoro, per essere parte di qualcosa, per essere genitore dei tuoi figli, per fare qualcosa di buono». «Qualche volta succede qualcosa nella tua vita che ti fa cambiare il modo in cui guardi alle cose» (Monaco 16 aprile 1981).

«Questa canzone parla della sottile linea che sempre esiste tra la vita e la morte. E così puoi non apprezzare quello che hai» (Sydney, 28 marzo 1985). Nei concerti dei primi anni Ottanta Bruce invitava gli spettatori ad ascoltarla in silenzio. Come di fronte alla vita che ci viene improvvisamente tolta. Un dettaglio che getta una luce molto significativa su chi sia veramente questa celebre rockstar. 

di Gianni Criveller