Vita dopo gli abissi del male
Silvia Avallone, Cuore nero,
Rizzoli 2024
Oggi in Italia circa 600 ragazzi e ragazze al di sotto dei 18 anni vivono negli IPM, gli istituti penitenziali resi famosi dalla iconica serie tv Mare Fuori. Cuore nero, fresco vincitore del premio Elsa Morante, racconta la storia del recupero della vita di Emilia, passata per vari anni all’interno di uno di questi penitenziari. Mi ha interessato perché parla di quanto il male non abbia un genere e può abitare anche il cuore di una ragazza. È un racconto molto forte e, a tratti, anche duro da digerire, ma che ci fa camminare insieme a due persone, Emilia e Bruno, che devono in qualche modo riprendersi la vita dagli abissi profondi nei quali sono sprofondati nell’adolescenza. Abissi creati da circostanze esterne ma amplificati dal loro non saper rimettersi in equilibrio. Il confronto serrato della loro relazione imprevista, ma necessaria, riesce faticosamente a recuperare la speranza. Si scopre, infatti, con nostro sollievo, che il male non ha messo radici profonde e che non determina tutta la vita ma solo un tratto. Non c’è dimensione religiosa nel percorso di Emilia, ma il restauro di una Madonna Addolorata e la meditazione del dolore come riscatto vale forse più di tante parole che si sarebbero perse nel vento.
Rosa Lupoli è monaca cappuccina di Napoli, badessa del monastero Santa Maria in Gerusalemme detto delle Trentatrè, fondato dalla Beata Maria Lorenza Longo
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