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DONNE CHIESA MONDO

Libri
Trent’anni dopo torna il libro d’esordio di Carola Susani

Il senso di Teresa

Minolta DSC
01 giugno 2024

«Il giorno che arrivò lo Spirito era mezzogiorno. La tavola era apparecchiata per sette». Ne Il Libro di Teresa, Carola Susani racconta la vita di una famiglia piccolo borghese, i genitori e cinque figli, tra il Fascismo e l’alba degli anni Sessanta. È una saga familiare in 120 pagine, nella quale Dio e la Parola del Vecchio e Nuovo Testamento sono chiamati a interloquire con la condizione umana: con la violenza, il dolore, l’amore, i turbamenti, i contraccolpi della Storia.

Ripubblicato ora da Marietti 1980, è in realtà il romanzo di esordio di Carola Susani (membro del Comitato di direzione di Donne Chiesa Mondo), uscito nel 1995 nella collana Mercurio diretta da Enzo Siciliano per Giunti. È un romanzo a pannelli, una sequenza di racconti in prima persona. Teresa, la destinataria della storia, è la figlia dell’ultimogenito Mosé. Quando nasce, quasi tutto è già successo. La zia Ida non ha potuto conoscerla: è morta in un incidente d’auto, dopo essersi voluta fermare a tutti i costi per bere un tamarindo, il 15 ottobre del 1960. «Il calendario segnava santa Teresa grande. Quel giorno si battezzava Teresa», racconta Mosè. «Non le perdono di non aver voluto spostare anche di poco l’appuntamento» con la morte. Perché, di quell’appuntamento, Ida era informata sin dai primi mesi del 1948, «me lo aveva confidato».

Del resto, Ida era speciale. Era lei che aveva sentito la Voce del Signore quando lo Spirito Santo era arrivato alla finestra di casa in forma di colomba, lei che gli aveva aperto. Lei che aveva il rapporto più forte con Cristo, che una volta lo aveva incontrato, anche se “era parca di visioni”. Lei che, a 14 anni, si era fatta monaca, intrecciando la storia della sua vocazione con quella del Paese. «Il 18 aprile del ’48 era stato fissato nei pressi della Pasqua (…). Quando andarono alle urne, soprattutto le mogli e le figlie, lo videro palpitare, e sulla scheda votarono per Lui».

Ma «Ida aveva quattordici anni, non ancora l’età per il voto; volle ciononostante assolvere lei pure la sua parte. Fece voto di dare se stessa».

E aveva un modo tutto suo di pregare: «Signore, certe volte ti sparo e non ti prendo. Così Tu rimani appeso in alto e io resto senza colpa come Tu mi hai voluta. Dovresti farti colpire di tanto in tanto; così potrei raccoglierTi sulle gambe e per una volta riequilibrare le parti».

Il libro di Teresa «è un breve romanzo epico», scrive Chiara Valerio nella postfazione. «La struttura è propria alle pagine di un libro ma perfetta per scivolare su uno schermo».

di Federica Re David