No ai “muri”
In alcune nazioni del mondo «il fantasma dei muri» continua a creare chiusure e diffidenze nei confronti dei migranti, «visti con allarme, con paura». La denuncia di Papa Francesco, accompagnata da un nuovo appello all’accoglienza e all’integrazione, è contenuta nel video che propone l’intenzione — «Per quanti fuggono dal proprio Paese» — affidata per il mese di giugno alla sua Rete mondiale di preghiera.
Pubblicato sul sito www.thepopevideo.org e tramite la app Clik To Pray, il breve filmato — reso noto nel pomeriggio di ieri, martedì 28 maggio — inizia con una carrellata sui cosiddetti “viaggi della speranza” che coinvolgono ogni giorno migliaia di persone — uomini, donne, bambini — «costrette a lasciare la propria terra, in fuga da guerre o dalla povertà». Un dramma a cui, osserva il Pontefice, «si aggiunge spesso una sensazione di sradicamento, di non sapere quale sia il proprio posto», unita al timore di sentirsi circondati da “barriere” — «muri nella terra, che separano le famiglie, e muri nel cuore» — frutto di una mentalità che «noi cristiani non possiamo condividere».
Nelle immagini appaiono volti sofferenti, piedi in cammino, borse riempite con quel poco che si è riusciti a portare via da casa, ma anche gesti di solidarietà, abbracci, sorrisi. «Chi accoglie un migrante accoglie Cristo» scandisce Francesco, esortando a «promuovere una cultura sociale e politica che protegga i diritti e la dignità dei migranti; e che li sostenga nelle loro possibilità di crescita; e che li integri». E mentre il video mostra un esempio concreto di accoglienza e di integrazione — un laboratorio di “sartoria sociale” che offre lavoro a gente proveniente da altri Paesi del mondo — il Papa ribadisce che «un migrante ha bisogno di essere accompagnato, sostenuto e integrato». E invita a pregare «perché i migranti in fuga dalle guerre o dalla fame, costretti a viaggi pieni di pericoli e violenze, trovino accoglienza e nuove opportunità di vita».
Diffuso nel mese in cui l’Onu celebra la Giornata mondiale del rifugiato (20 giugno), il filmato vuole contribuire a far maturare la consapevolezza che «i migranti — come sottolinea il gesuita Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera — non sono numeri o statistiche, ma persone. Le nostre storie personali e collettive sono segnate dalla migrazione. Invece di trattare i migranti come un peso o un problema, dobbiamo trovare soluzioni basate sulla compassione e sul rispetto della dignità umana».
Tradotto in 23 lingue e con una copertura stampa in 114 Paesi, il video è stato prodotto e realizzato dalla Rete mondiale di preghiera, con la collaborazione del Dicastero per la comunicazione, ed è stato distribuito dall’agenzia La Machi. Questo filmato, in particolare, si è avvalso della collaborazione di Tele vid, un sistema di evangelizzazione multimediale creato dalla Congregazione Mariana di Medellín, in Colombia, e del sostegno del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale.