· Città del Vaticano ·

Convegno all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede

Mai quieti finché ci sarà anche un solo caso

 Mai quieti finché ci sarà anche un solo caso  QUO-121
29 maggio 2024

Convegno all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede


I vertici della Cei, della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, le istituzioni civili italiane,  tra cui la Polizia Postale, e i rappresentanti del mondo dello sport, si sono ritrovati  mercoledì mattina  all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per il Convegno “Abusi sui minori, una lettura del contesto italiano tra il 2001 – 2021”. L’evento è servito non solo a descrivere le caratteristiche del fenomeno, ma anche a tracciare le linee della sua evoluzione, per meglio calibrare l’attività di contrasto e prevenzione in tutti gli ambiti della società, dalle parrocchie a centri sportivi, fino alle periferie esistenziali che sul Web si sono espanse come una voragine negli ultimi due decenni.

Monsignor Luis Manuel Ali Herrera, segretario della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, ha presentato il mandato e l’attività dell’organismo, sottolineando il compito di assistenza alle conferenze episcopali di tutto il mondo nello sviluppo di linee guida volte a proteggerei minori e le persone vulnerabili dagli abusi sessuali. Un ambito di intervento importante è inoltre la verifica dell’applicazione del Motu Proprio Vos estis lux mundi, che prescrive l’obbligo di costituire in ogni diocesi uffici stabili e facilmente accessibili per la raccolta delle denunce. Monsignor Herrera ha quindi ringraziato la Cei per l’impegno mostrato nella collaborazione e nel condividere le buone prassi adottate dalla Chiesa italiana, che saranno presentate come una risorsa a cui potranno accedere le Chiese di tutto il mondo. «La chiesa non si limita a denunciare ma si assume una responsabilità congiunta», ha evidenziato monsignor Herrera, che ha concluso ricordando come, nell’ambito del lavoro di safe guarding della vittima, la Commissione ha ricevuto dal Papa il compito di redigere un rapporto annuale sugli abusi, il primo dei quali verrà presentato fra pochi mesi.

 Il segretario della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, nel suo intervento ha rilanciato la lotta senza quartiere della Chiesa italiana contro gli abusi: «Non saremo mai quieti finché sarà possibile un solo caso di abuso». L’arcivescovo di Cagliari ha poi ringraziato il Servizio nazionale per la tutela dei minori della Cei per gli sforzi profusi al fine di radicare sul territorio la cultura di contrasto alla pedofilia e all’abuso. Un impegno messo in luce dai numeri presentati dal presule: dal 2021 al 2022 gli incontri organizzati dalla Chiesa italiana sul tema degli abusi sono passati da 272 a 901; mentre i centri per le segnalazioni hanno registrato 28 contatti nel 2021 e 374 nel 2022.

Per operare con maggiore efficacia è stato necessario mettere a fuoco i numeri, dietro i quali ci sono persone, storie e dolori indicibili.  A farlo è stata Ketty Vaccaro del Censis. «Noi veniamo da un passato in cui il tema era ancora caratterizzato da un alone di nascondimento e rimozione sia a livello sociale  — spiegato l’esperta — ma la sensibilità sociale è profondamente cambiata, siamo davanti alla consapevolezza delle vittime, alla fine del silenzio». E internet ha fatto sì che il fenomeno diventasse più capillare e pervasivo. Lo confermano i dati. Nel 2007 si contavano 3.151 casi di abusi di diverso tipo e nel 2021 le denunce hanno sfiorato il numero di cinquemila.

 In chiusura dell’evento è intervenuto monsignor John Joseph Kennedy, segretario per la sezione disciplinare del Dicastero per la dottrina per la fede, che ha illustrato la metodologia con cui il Dicastero esamina e arriva alla chiusura dei casi di sua competenza. Ha poi evidenziato che è impossibile indicare elementi tipicamente e esclusivamente italiani perché questi delitti non conoscono frontiere o limiti geografici.  «I nostri casi appartengono alla condizione e alla fragilità umana — ha spiegato —.  Per me ogni caso è urgente e la nostra sfida è di iniziare bene ogni caso e di concluderlo in breve tempo».  Monsignor Kennedy ha quindi ribadito che il compito del Dicastero è aiutare il Papa nella tutela dei minori: «Proviamo ogni giorno di offrire soluzioni e di formare il personale in base all’esperienza che abbiamo raccolto in seguito alle norme di Sacramentorum sanctitatis tutela del 30 aprile 2001».

di Marco Guerra