India
Uno spigolo in mattoni bianchi e rossi: è tutto ciò che resta di un imponente tempio del villaggio costiero di Satabhaya, nello Stato orientale indiano dell’Odisha, noto anche come Orissa. A distruggere il luogo di culto non sono stati né guerre, né conflitti. O meglio: non si è trattato di uno scontro tra uomini armati, bensì dell’aspro confronto tra l’uomo e la natura. Il riscaldamento globale causato dall’attività umana, — e New Delhi, con una temperatura record di 52,3 °C registrata oggi, ne è la prova — ha portato allo scioglimento delle calotte polari e al conseguente innalzamento del livello del mare. Anche nell’Odisha, dunque, dove milioni di persone vivono negli insediamenti costieri del Golfo del Bengala, le acque saline hanno invaso chilometri di territorio, divorando interi villaggi e trasformando gli abitanti in “sfollati climatici”.
A causa della sua posizione geografica, lo Stato dell’Odisha è particolarmente vulnerabile alle ricadute del cambiamento climatico: basti dire che in circa due decenni, tra il 1999 e il 2021, il territorio è stato flagellato da almeno sedici disastri naturali, tra cui dieci cicloni. A maggio 2023, inoltre, il tifone Mocha si è abbattuto sul Golfo del Bengala e ha provocato 1,7 milioni di sfollati nella subregione che va dallo Sri Lanka al Myanmar, attraverso l’India e il Bangladesh.
L’innalzamento delle acque ha provocato pure la salinizzazione del suolo e, di conseguenza, della vegetazione su di esso radicata, nonché l’erosione dei distretti costieri. Secondo gli ultimi dati diffusi dal Centro per le applicazioni spaziali dello Stato, infatti, su circa 480 km di costa dell’Odisha, 267 sono stati consumati dal mare. Ad essere maggiormente colpita è la zona di Kendrapara dove oltre 16 villaggi sono stati sommersi e centinaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. Per affrontare la sfida del cambiamento climatico, il governo dell’Odisha ha varato, sin dal 2018, un Piano d’azione olistico: formulato da un team interdipartimentale, il programma ha individuato undici settori specifici che comprendono agricoltura, coste, energia, pesca e risorse animali, foreste, salute, industrie, miniere, trasporti, risorse urbane e risorse idriche. L’obiettivo è duplice: proteggere le vite umane e mitigare gli effetti del riscaldamento globale. Tra le misure già messe in atto, ci sono la costruzione di un muro geo-tessile lungo 505 metri, vicino alla spiaggia di Pentha, a Kendrapara; l’avvio della piantumazione di nuove foreste; la riduzione dell’uso dell’acqua in agricoltura e la modifica dei codici di costruzione degli edifici abitativi. Ulteriori regolamentazioni puntano alla raccolta dell’acqua piovana, l’inverdimento delle aree circostanti le industrie, la riduzione del livello di inquinamento e l’introduzione del trasporto pubblico in tutto lo Stato. (isabella piro)