· Città del Vaticano ·

La buona Notizia
Il Vangelo della domenica del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Mc 14,12-16;22-26)

Fame di pane e di dignità

 Fame di pane e di dignità  QUO-120
28 maggio 2024

Mentre mangiavano, Gesù prese il pane, pronunciò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro dicendo «Prendete, questo è il mio corpo». Questo passo della Scrittura è la base della Santa Eucaristia, nella quale il credente diventa una cosa sola con Cristo. Ma non solo con Cristo; nell’Eucaristia i credenti diventano una cosa sola gli uni con gli altri, e così l’Eucaristia giunge con un obbligo. L’obbligo di essere fonte di pane gli uni per gli altri.

Il pane non è sempre materiale, pane può significare anche i bisogni essenziali non materiali delle altre persone, specialmente la dignità. Il pane è importante quanto la dignità. Come esseri umani abbiamo fame di pane e di dignità, siamo sazi non solo quando abbiamo abbastanza da mangiare, ma anche quando la nostra dignità è integra.

Quando ho iniziato a essere un’autrice pubblicata, le persone mi parlavano della letteratura come universale, ma con universale intendevano una letteratura che si conformava a certi ideali occidentali. Una vita di lettura di libri provenienti da diverse parti del mondo, tuttavia, mi ha dimostrato che nessuna regione geografica ha il monopolio dell’universalità. Essere umani significa essere universali, e uno dei bisogni costanti degli esseri umani è la dignità. Nella Santa Eucaristia assumiamo l’obbligo universale di rispettare e promuovere la dignità di ogni essere umano. Gran parte del discorso politico attuale ha come premessa (inespressa) l’idea che alcune persone meritino la dignità più di altre. La dignità non è appannaggio solo di chi è economicamente privilegiato o di chi, per il caso fortuito della nascita, proviene da certe parti del mondo. La conversazione sull’immigrazione spesso ritrae come criminali e perfino come subumani quanti stanno semplicemente cercando una vita migliore. Ciò è incompatibile con la Santa Eucaristia e con le parole di Cristo: «Prendete, questo è il mio corpo».

di Chimamanda Ngozi Adichie