· Città del Vaticano ·

Quei piccoli maestri dell’abbraccio e del perdono

 Quei piccoli maestri  dell’abbraccio e del perdono  QUO-119
27 maggio 2024

Le note di We are the world, cantata dal Piccolo coro dell’Antoniano, si sono diffuse nello Stadio Olimpico di Roma come a ricordare ai circa cinquantamila presenti la provenienza di bambini da 101 nazioni diverse. Sono state proprio le loro voci a dare il via ufficiale alle celebrazioni della prima Giornata mondiale dei bambini, fortemente voluta da Papa Francesco, e che si sono aperte sabato pomeriggio, 25 maggio.

Durante l’esibizione canora, una delegazione di piccoli, vestiti negli abiti tradizionali dei Paesi di provenienza, aveva sfilato con la propria bandiera, facendo un giro della pista di atletica. Sono loro, aveva detto poco dopo nel saluto iniziale il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione che ha patrocinato l’evento, «a farci ricordare verità essenziali, perché hanno una saggezza pratica, possono essere maestri di quelle arti universali di cui il mondo di oggi ha urgente bisogno» come l’arte dell’amicizia, dell’abbraccio, del perdono, della convivenza fraterna.

Prima dell’arrivo di Papa Francesco si sono alternate diverse esibizioni musicali, tra cui quella di Simone Grande, 11 anni, vincitore di “The Voice Kids”, e testimonianze di bimbi contro la guerra, oltre all’intervento di padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia francescana di Terra Santa, e di Catherine Mary Russell, direttore esecutivo dell’Unicef. Il francescano conventuale Enzo Fortunato, coordinatore della gmb, ha poi presentato insieme al giornalista Ignazio Ingrao Siamo noi, l’inno della Giornata scritto da monsignor Marco Frisina, direttore del Coro della diocesi di Roma che lo ha cantato all’unisono insieme al Piccolo coro dell’Antoniano.

Il Pontefice ha fatto ingresso nello Stadio verso le 16.30 a bordo della papamobile bianca, su cui avevano preso posto anche 6 bambini. Ad accoglierlo grida di giubilo e scroscianti applausi del pubblico che salutava con in sottofondo le note dell’inno e del brano “Bellomondo”, sempre eseguito dall’Antoniano. Dopo aver fatto il giro della pista Francesco è sceso dall’auto aiutandosi con il bastone e, accolto da padre Fortunato e da Aldo Cagnoli, vicecoordinatore della gmb, si è seduto nella sua postazione circondato da alcuni piccoli accovacciati davanti a lui, ad alcuni dei quali ha lanciato caramelle prendendole da un grosso cesto.

Successivamente sono stati presentati a Francesco 5 bambini dei cinque continenti e un bimbo in rappresentanza di tutti quelli che non sono riusciti a venire. Tutti hanno salutato il Papa ricevendo in cambio abbracci e l’immancabile dono dolciario.

Dopo il suo saluto, il Pontefice ha avviato un dialogo con i piccoli coinvolgendoli in un botta e risposta ed esortandoli a cercare sempre la pace. Anche l’attore italiano Lino Banfi non ha voluto far mancare la sua presenza, ricordando l’anno di nascita in comune con Jorge Mario Bergoglio ed invitando il pubblico a gridare: “Papa Francesco, abuelo del mundo!”.

In seguito il cantautore Renato Zero, dopo aver eseguito il brano “La vita è un dono”, si è diretto dal Pontefice ringraziandolo per quanto fatto per tutti i bambini e invocando dai presenti un forte applauso. A seguire l’altro appuntamento tanto atteso dai presenti, rappresentato dalla partita di calcio tra bambini: Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa Auxilium, che con Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha collaborato con padre Fortunato all’evento, è entrato in campo accanto all’ex portiere Gianluigi Buffon che insieme a un bambino, mano nella mano, si è recato con il pallone da Francesco; dalla sua postazione il Pontefice ha prontamente dato il calcio d’inizio al match cui hanno partecipato, tra gli altri, anche gli ex calciatori Giancarlo Antognoni e Simone Perrotta. Al termine dell’incontro i bambini, guidati da Buffon, si sono diretti dal Papa che ha autografato il pallone e le magliette di ciascuno.

Un momento toccante si è avuto quando si sono levate al cielo le note della colonna sonora scritta da Nicola Piovani per il film di Roberto Benigni «La vita è bella», premiato con l’Oscar. Ad eseguirle suonando la tromba, l’undicenne Matteo Roncoloni. Cinque volte si è invece innalzato il grido “Pace!” da parte di tutti i bambini dopo essere stati sollecitati da Impagliazzo: «Non ci fermiamo — ha detto al Pontefice il presidente della Comunità di Sant’Egidio —; abbiamo cominciato a novembre, siamo qui oggi e il nostro cammino continua, grazie a lei, alla sua benedizione e alla sua amicizia».

In conclusione, vari ragazzini hanno omaggiato Papa Francesco dei loro doni. Tra di essi, anche il “Veliero della pace”, costruito dagli alunni delle scuole d’infanzia della Campania e inaugurato a Maiori, in provincia di Salerno, simbolo del diritto a crescere in un mondo senza guerre.

Molto gradito dal Pontefice un fuori programma: piccoli provenienti da Gaza hanno voluto dedicargli un canto, intonato da una non vedente. Anche Matteo Garrone, regista vincitore del David di Donatello per Io capitano, film sul tema delle migrazioni, che è stato proiettato in Vaticano lo scorso settembre, ha voluto dare la sua testimonianza.

Dopo il saluto con fuochi d’artificio, Francesco è risalito a bordo della papamobile e ha di nuovo compiuto il giro dello stadio, salutando gli spettatori, prima di far ritorno a Casa Santa Marta.


Testimonianze dai cinque continenti


Pubblichiamo le testimonianze offerte da cinque rappresentanti dei continenti di provenienza.

Europa - Eugenia, Ucraina

Mi chiamo Eugenia e vengo dall’Ucraina. La prima cosa che vorrei dire è che voglio la pace. Non voglio che ci sia la guerra tra Ucraina e Russia, che sono due Paesi molto importanti per me. Per me la guerra è iniziata la notte in cui ho sentito cadere una bomba: da quel giorno ho avuto paura della guerra. Non voglio che i bambini sentano le bombe cadere e vedano la morte dei loro amici e parenti. Per la guerra sono andata via dall’Ucraina e sono venuta in Italia. Ringrazio l’Italia che mi ha accolto e dico basta alla guerra, chiedo la pace.

Medio Oriente - Victor, Palestina

Sono Victor, sono cattolico, nato e battezzato a Betlemme, nella stessa città di Gesù Bambino. La mia città è chiusa da un muro, un lungo muro che sembra come un serpente che si attorciglia intorno a noi, a volte ci sembra di soffocare, soprattutto quando chiudono le porte per uscire, che chiamano check-point.

Papa Francesco, tu non puoi immaginare quanto saremo felici quando potremo finalmente uscire. Ho saputo che nel mondo ci sono tante guerre come da noi, ma voglio farti una domanda. 

Che colpa abbiamo noi bambini se siamo nati a Betlemme o a Gerusalemme o a Gaza? Noi vogliamo solo giocare, studiare vivere liberi come tanti altri bambini del mondo! Prega per noi, insegnaci una preghiera speciale affinché portiamo la pace nel cuore di tutti.  

Oceania - Mila, Nuova Zelanda

Mi chiamo Mila, e vengo dalla Nuova Zelanda. Il mio Paese è bellissimo: abbiamo dei parchi nazionali stupendi, si possono vedere le balene, ci sono delle montagne altissime; eppure in questi ultimi anni ci sono state inondazioni e allagamenti sempre più spesso. Io sono piccola ma penso che tutti abbiamo il dovere di impegnarci per fermare l’inquinamento. Dobbiamo proteggere il nostro pianeta e i nostri Paesi che sono tutti bellissimi. Facciamo tornare il pianeta vivibile, piantiamo alberi, non consumiamo troppo, usiamo i trasporti pubblici. Oggi voglio dire a tutti: basta con l’inquinamento, proteggiamo la natura, proteggiamo la Terra, e tutti potremo vivere una vita migliore e noi bambini potremo avere un futuro.

America Latina - Mateo, Argentina

Sono Mateo di Buenos Aires, Argentina. Voglio condividere le mie gioie con tutti voi in questo giorno: una famiglia che mi accompagna, mi ama e mi abbraccia, gli amici della scuola, i compagni di calcio, il gruppo dei bambini della parrocchia. A volte parlo con papà e mamma delle cose che mi angosciano e mi rendono triste: i bambini che non hanno da mangiare, i bambini che sono malati, i bambini coinvolti nella guerra, i bambini che vivono per strada. Come facciamo ogni giorno a scuola, vorrei che continuassimo a chiedere di essere più simili a Gesù e di avere il suo cuore. Grazie, Papa Francisco, per questa prima Giornata mondiale dell’Infanzia, ti vogliamo tanto bene e preghiamo per te.

Asia - Rahel, Afghanistan

Sono Rahel Saya, una studentessa rifugiata afgana, un’aspirante giornalista, un’attivista per i diritti delle donne e dei bambini e, soprattutto, una donna proveniente da un paese chiamato Afghanistan. Il mio Paese è l’unico al mondo in cui le donne di questa terra sono private dei loro diritti più basilari e non gli è permesso di fare nulla. Non possono studiare, non possono lavorare e non possono nemmeno uscire liberamente di casa. Diamo la voce all’attuale situazione delle donne e dei bambini afghani e non lasciamoli soli. Se le donne e i bambini di un Paese saranno buoni, una generazione, una società e un Paese saranno buoni, il mondo sarà buono.