· Città del Vaticano ·

Parole in cammino: “Inciampare”

L’inciampo dell’insegnante

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27 maggio 2024

Se ti metti in cammino la cosa che più probabilmente ti potrà capitare, oltre a incontrare qualcuno, sarà quella di inciampare, e magari di cadere. O di “inciampare in qualcuno”. L’incontro è un imprevisto, un fuori programma, un “inciampo” e l’inciampo può rivelarsi un incontro, un momento sorprendente ma prezioso, fecondo. È stato questo il tema di fondo della conversazione tenuta insieme a Francesca Orlandi e Pierluigi Cardone venerdì scorso nell’ottava puntata del programma Parole in cammino. Oggi siamo tutti diventati bravi a programmare dei nostri viaggi, esistono agenzie specializzate per questo, e i viaggi sono, per forza, “organizzati” ma se ci riflettiamo attentamente dovremmo riconoscere che un viaggio organizzato è una contraddizione, un ossimoro. Il viaggio infatti è (o dovrebbe essere), per così dire, “per eccellenza”, un’esperienza, una cosa che in quanto tale non si può organizzare. Un esperimento si può organizzare ma non un’esperienza, che è quel fatto reale, come tale incontrollabile, che avviene nella vita e cambia la persona che lo vive. Si dice “fare esperienza” ma è anche vero il contrario: è l’esperienza che “mi fa”.

Detto questo, il gesto di inciampare e di cadere, sono in quanto eventi imprevisti, imprevedibili e non programmabili, esperienze vere e in quanto tali scompiglianti ma anche generative. Talmente forte è l’impatto che uno degli effetti che provocano nel cuore dell’uomo è la paura e al tempo stesso la gioia, la risata per lo scampato pericolo: niente è più comico di una caduta, magari per una scivolata, migliaia di film comici (le cosiddette slapsticks del cinema americano) stanno lì a dimostrarlo. Di questo e altro, anche del lato oscuro di ogni caduta, si è discusso con Francesca e Pierluigi e lascio a loro lo spazio per presentare il loro intervento. A me rimane soltanto ricordare quello che si è detto nel finale, citando Papa Francesco che ha spesso sottolineato la fecondità dell’inciampo, per cui è meglio una Chiesa (ma anche una persona) “incidentata” che quindi è uscita da se stessa e ha preso il largo incontro agli uomini senza rimanere chiuso, magari intonso e immacolato, nel suo piccolo recinto “sicuro”. E che se uno inciampa, è importante che l’altro sia pronto ad aiutarlo a sollevarsi e non rimanere caduto, l’unico momento in cui è ammissibile che un uomo guardi un altro uomo dall’alto verso il basso.

E infine, non si può non ricordare la definitiva battuta, molto significativa, di uno dei più grandi sportivi della storia, il cestista Michael Jordan, che ha così commentato la sua straordinaria carriera: «Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto».

di Andrea Monda