Il supporto alle cure palliative, l’impegno e il sostegno della comunità, l’educazione, l’integrazione della dimensione culturale, la politica e la legislazione: sono le cinque aree tematiche su cui lavorerà nei prossimi mesi il gruppo di lavoro incaricato di raccogliere le principali indicazioni emerse dal primo simposio internazionale interreligioso sulle cure palliative, svoltosi dal 21 al 23 maggio a Toronto, in Canada, sul tema «Verso una narrazione di speranza».
Nel darne notizia, un comunicato diffuso ieri dai due organismi promotori — la Pontificia Accademia per la vita (Pav) e la Conferenza dei vescovi cattolici del Canada — sottolinea che i partecipanti al simposio, ai quali Papa Francesco ha indirizzato un messaggio di incoraggiamento, si sono confrontati sulle strategie per alleviare la sofferenza dei malati e sugli strumenti per offrire un accompagnamento umano adeguato per migliorare la qualità della vita e il benessere dei pazienti e delle loro famiglie. Ne è emersa la consapevolezza che la speranza va sempre coltivata, anche nei momenti più difficili dell’esistenza, e che occorre promuovere una cultura della responsabilità sociale in materia di cure palliative.
«Anche quando la guarigione non è più possibile, è ancora possibile prendersi cura degli altri» ha affermato in proposito l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pav, rimarcando che le cure palliative rispondono a «una visione profondamente umana della medicina» e invitando a «lottare contro l’indifferenza e la cultura dello scarto» soprattutto «nelle fasi finali dell’esistenza terrena». Da parte sua il presidente dell’episcopato canadese, il vescovo William Terence McGrattan, ha ribadito che «ognuno, come membro della società, ha il dovere di aiutare e amare le persone malate e morenti, e di sostenere i loro cari affinché nessuno sia solo o dimenticato nel momento del bisogno».