«Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre» (Vangelo).
È categorico, Gesù! Non chi dice, ma chi fa la volontà di Dio. Non c’è niente di più ragionevole, di più perfetto, di più divino per un cristiano che la volontà di Dio.
E quante volte, anche noi, abbiamo sospirato: «sia fatta la volontà di Dio!». Ma non sempre è facile. Spesso ripetiamo nel “Padre nostro”: «sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra»; ma quando questa volontà è fatta, ci lamentiamo, perché non corrisponde ai nostri desideri.
Ricordate la donna Prassede dei Promessi sposi? Di lei Alessandro Manzoni diceva con ironia che era una vecchia gentildonna molto incline a far del bene e a seguire i voleri del cielo; senonché spesso faceva lo sbaglio di prendere per cielo il suo cervello!
Dobbiamo confessare che è una caratteristica che in qualche misura tutti condividiamo con quel personaggio un po’ ridicolo. Invece, come ci ricorda Dante Alighieri, «nella sua volontà è la nostra pace». Troviamo pace e serenità in una volontà più grande della nostra: quella di Dio.
Così ci scopriamo più piccoli e finiti; riusciamo ad accettare i nostri limiti. «Sia fatta la tua volontà» non è la formula della rassegnazione al volere di Dio, ma della collaborazione alla sua opera. Non vuol dire: «fa’ o Signore, quello che ti piace», ma: «farò, Signore, quello che tu vuoi».
di Leonardo Sapienza
9 giugno
X Domenica del Tempo ordinario
Prima lettura: Gen 3, 9-15;
Salmo: 129;
Seconda lettura: 2 Cor 4, 13-5,1;
Vangelo: Mc 3, 20-35.