· Città del Vaticano ·

Il Papa alla seconda Assemblea generale della rete Talitha Kum nel xv anniversario dalla nascita

La tratta di persone
crimine odioso

 La tratta di persone crimine odioso  QUO-116
23 maggio 2024

Un male sistemico che approfitta della vulnerabilità  di donne e bambine


Una delle piaghe più terribili del nostro tempo, un male “sistemico”, un fenomeno criminale odioso: Papa Francesco definisce così la tratta di esseri umani nel discorso inviato oggi, giovedì 23 maggio, ai partecipanti all’Assemblea generale di Talitha Kum. Ecco il testo pontificio.

Care sorelle e cari fratelli di Talitha Kum!

Vi accolgo con gioia alla fine della vostra seconda Assemblea Generale e in occasione del quindicesimo anniversario dalla nascita della vostra rete. Nel mio cuore c’è tanta gratitudine per quanto fate, sia ognuno personalmente sia tutti insieme, per sconfiggere la tratta di persone, una delle piaghe più terribili del nostro tempo.

La tratta di persone è un male “sistemico”, e quindi possiamo e dobbiamo eliminarlo mediante un approccio sistematico a molteplici livelli. La tratta si rafforza con le guerre e i conflitti, trae beneficio dagli effetti dei cambiamenti climatici, dalle disparità socio-economiche, approfitta della vulnerabilità delle persone costrette a migrare e della condizione di disuguaglianza in cui si trovano, soprattutto, donne e bambine.

La tratta è un’attività che non rispetta e non guarda in faccia a nessuno, garantendo grandi profitti a persone senza scrupoli morali. La tratta è in continua evoluzione e trova sempre nuovi modi per svilupparsi, com’è accaduto durante la pandemia. Tuttavia non dobbiamo scoraggiarci. Con la forza dello Spirito di Gesù Cristo e la dedizione di tanti possiamo riuscire ad eliminarla.

Occorre proseguire sulla scia di come avete sempre fatto voi di Talitha Kum: metterci a fianco delle vittime, ascoltarle, aiutarle a rialzarsi e, insieme, agire contro la tratta.

Per essere davvero efficaci contro questo fenomeno criminale tanto odioso è necessario essere una comunità. Tutto ciò è ben espresso dal tema della vostra assemblea: “Camminare insieme per porre fine alla tratta: compassione in azione per la trasformazione”.

Non è semplice, ma in questi quindici anni ci avete mostrato, ad ogni latitudine, che è possibile farlo. Talitha Kum è diventata una rete capillare e globale e, nel medesimo tempo, anche ben radicata nelle Chiese locali. Essa è diventata un punto di riferimento per le vittime, per le loro famiglie, per le persone a rischio e per le comunità più vulnerabili. Inoltre, i vostri appelli costituiscono un forte richiamo alla responsabilità per Governi e istituzioni nazionali e locali.

Vi incoraggio a proseguire su questa strada, portando avanti le azioni di prevenzione e cura e intessendo tante preziose relazioni, indispensabili per contrastare e sconfiggere la tratta.

Care sorelle e cari fratelli, ringrazio con voi il Signore per tutto il lavoro che vi ha permesso di fare in questi anni. Leggerò con attenzione il vostro documento e me ne farò promotore. La Madonna vi accompagni sempre e vi protegga. Di cuore benedico tutti voi e le vostre comunità. Per favore, continuate a pregare per me. Grazie!


Nel documento finale le priorità del prossimo quinquennio

Compassione in azione


Una trasformazione sociale, economica, culturale e politica potrà agire contro la tratta delle persone, fenomeno da affrontare con un approccio globale, mettendo al centro le vittime, e in ampia collaborazione con tutte le realtà: dai leader della Chiesa, alle diverse religioni e confessioni, dalle organizzazioni governative alle ong. Sono le  priorità del documento redatto dalla seconda Assemblea generale di Talitha Kum, Rete internazionale della Vita consacrata contro la Tratta di persone, riunita presso la Fraterna Domus di Sacrofano, nei pressi di Roma, dal 18 al 24 maggio, sul tema «In cammino insieme per porre fine alla tratta di esseri umani: Compassione in azione per la trasformazione», importante occasione anche per celebrare i suoi 15 anni di vita. 

Agli intervenuti, circa 200 provenienti da 71 Paesi, che in mattinata hanno preso parte alla messa celebrata dal cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, oggi è giunto il messaggio di incoraggiamento del Papa. 

«Preghiamo per avere occhi che vedano la realtà della tratta, mani tese verso coloro che ne portano le ferite, cuore compassionevole e piedi per camminare su nuove strade che promuovano processi trasformativi», si legge nella Dichiarazione finale, che prende atto del forte cambiamento del mondo negli ultimi 5 anni, segnati da rapidi mutamenti, dagli effetti «devastanti della globalizzazione»,  dalla crescita delle migrazioni, dalla crisi climatica, dal crescente uso della tecnologia, «dai conflitti armati seguiti alla crisi esacerbata dalla pandemia del Covid-19». 

L’impegno adottato dall’Assemblea per rispondere in maniera determinante alla tratta delle persone è di «promuovere l’empowerment delle donne, dei bambini e dei giovani per creare una società più giusta ed equa»; di «adottare strategie efficaci per ridurre la domanda della tratta di persone, includendo l’educazione di ragazzi e uomini e la promozione di percorsi migratori regolari»; di favorire «la responsabilizzazione dei trafficanti e l’introduzione di cambiamenti politici e giuridici efficaci per le popolazioni a rischio, compresi i migranti, i rifugiati e gli sfollati»; di «affrontare i fattori di spinta e di attrazione della migrazione e degli sfollati, sostenendo la protezione e l’integrazione delle persone in movimento» e di «informare sui rischi del reclutamento online e dei social, sensibilizzando i giovani e le loro famiglie e promuovendo la sicurezza informatica». 

Come altra priorità, l’impegno è quello di prendersi cura dei sopravvissuti, quali «membri preziosi della famiglia di Talitha Kum». Fondamentali saranno la promozione di «spazi per la messa in sicurezza e l’accoglienza dei sopravvissuti, il sostegno reciproco tra sopravvissuti e iniziative guidate dai sopravvissuti»; la creazione di «spazi per l’ascolto non giudicante, linee telefoniche dirette e segnalazioni tramite app mobile»; il collegamento dei «sopravvissuti all’istruzione, ai servizi della salute, allo sviluppo di competenze, all’alloggio, all’assistenza legale e alle opportunità di lavoro»; l’offerta di «sostegno psicosociale e accompagnamento spirituale ai sopravvissuti, nonché supporto psicologico e legale e formazione per i membri e i partner» della Rete.

Nel testo si indica la necessità di «trovare modi creativi per aumentare la consapevolezza di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza, ispirati dalla Fratelli tutti» e vengono sottolineati aspetti fondamentali per la lotta, quali  «l’uguaglianza tra donne e uomini e per il rispetto dei diritti umani»; la condivisione di «risorse, buone pratiche, analisi dei dati e l’annuario online di Talitha Kum»; la capacità di affrontare «l’impatto del cambiamento climatico e mitigarne le cause, ispirati dalla Laudato si’»; la preghiera «per la fine della tratta di persone, coinvolgendo più realtà nella celebrazione della Giornata mondiale di preghiera e di riflessione dell’8 febbraio» e l’esigenza di «promuovere il coinvolgimento attivo dei giovani, in particolare dei giovani ambasciatori di Talitha Kum, e responsabilizzarli come leader delle nostre campagne online di sensibilizzazione».

Tutte azioni, quelle rilanciate da questa seconda Assemblea generale, che avranno il «potere di trasformare le vite con la compassione, verso un mondo libero dalla tratta».

di Francesca Sabatinelli