Una storia di amicizia e unità segnata
«Lavorare insieme, perché tutti crediamo in Gesù» e «pregare per l’unità» tra tutti i cristiani: lo ha chiesto il Papa alla delegazione dell’Hong Kong Christian Council, ricevuta in udienza stamane, mercoledì 22 maggio, nell’Auletta dell’Aula Paolo vi .
Grazie! Grazie tante per questa visita che è una vera consolazione: vedere tutti i fratelli uniti, fratelli e sorelle cristiani uniti. Un grande Vescovo ortodosso, Zizioulas, morto un anno fa più o meno, diceva che l’unità delle Chiese cristiane la avremo soltanto nel giorno del giudizio finale. Ma «nel frattempo — diceva — dobbiamo pregare insieme e lavorare insieme». Questo è molto importante: lavorare insieme, perché tutti crediamo in Gesù Cristo; pregare insieme, pregare per l’unità.
Un altro grande Patriarca ortodosso di Costantinopoli, quando ha ricevuto Papa Paolo vi, ha detto questa bella frase: «Facciamo una cosa: mettiamo i teologi tutti in un’isola, perché loro litigano fra loro e noi andiamo avanti in pace». Molto grazioso! L’importante: abbiamo lo stesso Battesimo e questo ci fa cristiani. Nemici, ne abbiamo tanti fuori. Siamo amici! Nemici, fuori; qui, amici. È vero quando dico nemici, perché è una realtà che il Signore ci ha detto: la Chiesa, sempre sarà perseguitata. Il martirio della fede sempre c’è nella storia delle nostre Chiese, sempre, non è vero? Andiamo avanti.
Una cosa molto bella è accaduta quando Paolo vi è andato in Uganda. Ha parlato dei martiri cattolici e anglicani. Sono martiri. E io stesso, quando sono stati martirizzate quelle persone copte, ho subito detto che sono martiri anche “nostri”, sono martiri di tutti. Ci sono due battesimi: uno, che abbiamo tutti noi — il Battesimo che abbiamo ricevuto —, l’altro, quello che il Signore dice «il Battesimo del sangue»: il martirio. E tutti noi sappiamo cosa è il martirio di tanti cristiani che hanno dato la vita per la fede.
Grazie, grazie tante! E vorrei che tutti insieme pregassimo il Padre Nostro, insieme.
Infine, dopo la recita del «Padre Nostro», Francesco ha concluso salutando in inglese la delegazione:
Thank you very much for your visit.