22 maggio 2024
Si riaccende la contesa sull’Antartide. Qualche giorno fa il canale televisivo dei Brics ha fatto sapere che la Russia — attraverso delle navi della sua principale compagnia di esplorazione geologica, Rosgeo — ha scoperto nel “continente bianco”, considerato per estensione il quarto più grande della Terra, enormi giacimenti di petrolio e gas in un’area rivendicata dal Regno Unito, dall’Argentina e in parte dal Cile. Si tratterebbe di circa 511 miliardi di barili di oro nero, pari a 10 volte la produzione dell’intero Mare del Nord negli ultimi 50 anni, al doppio delle scorte dell’Arabia Saudita e al 30 di quelle di Vaca Muerta (formazione geologica argentina che rappresenta il secondo deposito di shale gas al mondo e il quarto di shale oil).
Tanto è bastato perché da parte di alcuni analisti si sia paventato il ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati