Nelle scienze sociali il termine “ambiente urbano” assume una duplice valenza: se da una parte evoca l’idea del verde naturale, dall’altra, recuperando l’etimologia latina ambiens, ossia ciò che circonda, include i muri delle abitazioni, le infrastrutture di trasporto, ma anche le atmosfere che si vivono nelle città. Ed è sicuramente a questa seconda accezione che si rifà Papa Francesco nella Laudato si’ dove non si limita a rilevare il nesso tra lo stato dell’ambiente e le condizioni di salute umana ma si spinge a ragionare sull’influenza che la qualità dello spazio circostante può esercitare sulle nostre percezioni, visioni, azioni (Laudato si’, 150). Il Pontefice — se da una parte si pone in linea di continuità con la dottrina sociale che tradizionalmente riconosce nelle città il luogo della necessaria industrializzazione ma anche della perdizione (Octogesima adveniens, 10) — dall’altra sottolinea l’importanza specifica della bellezza e della capacità di accoglienza dei luoghi, affermando che, se ci abituiamo alle brutture della vita, finiremo per dimenticarci delle condizioni che rendono possibili la dignità umana (Laudato si’, 149). Da qui il suo appello a pianificare città che siano accoglienti e inclusive, in un contesto internazionale in cui il ruolo delle istituzioni si fa più pregnante nella lotta alle povertà e alle diseguaglianze.
Il pensiero di Papa Francesco si rivela molto attuale e in linea con alcune delle direttrici di ricerca sociale più originali e innovative. Tra queste, il fenomeno dell’eco-gentrification che descrive come spesso le politiche di riqualificazione verde urbana comportino un innalzamento dei costi di vita con il conseguente allontanamento delle fasce più deboli della popolazione, dalle più povere a quelle rappresentate dalle minoranze indigene (Documento finale del Sinodo per l’Amazzonia, 2019). Inoltre, soprattutto nelle città particolarmente esposte ai cambiamenti climatici (San Paolo, Manila), il tema della gentrification si intreccia con quello della giustizia climatica, per cui in letteratura si mette in evidenza come la riqualificazione dei quartieri sia legata all’introduzione di misure e infrastrutture di adattamento climatico. Si tratta di fatto del tema delle diseguaglianze, così caro al Papa, che si propone a scala intra-urbana, ma anche tra città situate in diverse parti del mondo, diversamente capaci di rispondere ai rischi ambientali. Ed è proprio da quest’ultima diseguaglianza che deriva la tragedia delle migrazioni climatiche di fronte alle quali Francesco non si stanca di chiederci di essere aperti e accoglienti (Fratelli tutti).
di Ilaria Beretta
Docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio all’Università Cattolica del Sacro Cuore