· Città del Vaticano ·

L’arcivescovo Caccia all’Onu

Affinché gli anziani
non cedano alla disperazione

 Affinché gli  anziani  non cedano alla disperazione  QUO-114
21 maggio 2024

Riconoscere il «contributo prezioso» che gli anziani possono dare alle famiglie e alla società «nel suo complesso», incoraggiandoli a mantenere «la vicinanza con le generazioni più giovani». È quanto ha evidenziato l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanete della Santa Sede presso le Nazioni Unite, intervenendo ieri a New York alla 14ª sessione del Gruppo di lavoro aperto sull’invecchiamento. La partecipazione alla vita pubblica, ha dichiarato, non può «limitarsi» ai diritti politici e civili ma deve «estendersi» alla formazione di legami di appartenenza condivisi. L’isolamento, la mancanza di sostegni, una “cultura dell’usa e getta”, per riprendere le parole del Papa, possono spingere le persone anziane «persino alla decisione disperata di voler affrettare la fine della loro vita», ha osservato. «Quando la società offre il suicidio invece di un accompagnamento compassionevole, la pari dignità di tutte le persone in ogni fase della vita umana, fino alla morte naturale, viene ignorata». Di qui l’incoraggiamento della Santa Sede agli sforzi affinché ciascuno si senta sempre accompagnato e curato, nell’ottica di una società veramente inclusiva.