· Città del Vaticano ·

Il Papa a Verona

Dal silenzio della preghiera
al chiasso dei più piccoli

 Dal silenzio della preghiera  al chiasso dei più piccoli  QUO-112
18 maggio 2024

Sono stati i bambini, con la loro incontenibile ed esuberante allegria, a dare il primo gioioso abbraccio di Verona a Papa Francesco. Cappellini rossi e bianchi sul capo, sventolando migliaia di palloncini colorati e urlando a squarciagola il suo nome, hanno fatto sentire all’illustre ospite il calore di una comunità che oggi è in festa, come testimoniato dalle migliaia di persone che hanno affollato le strade percorse dal Pontefice nel corso della mattinata.

Giunto in auto sul piazzale della basilica di San Zeno, il Pontefice ha percorso in carrozzina il sagrato, salutando quanti erano riusciti fin dalle prime ore della mattina a occupare i posti a ridosso delle transenne. Il Papa ha stretto le mani dei bambini, ha scambiato qualche parola con loro, ha salutato alcuni malati. Poi ha benedetto la grande statua dell’Abbraccio, raffigurante Cristo con le braccia aperte, composta da centinaia di figure più piccole sovrapposte tutte nella stessa postura, opera dello scultore Alessandro Mutto su un’idea di Roberto Brizzi. Francesco l’ha simbolicamente affidata a padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, presente alla cerimonia: la statua, infatti, andrà a Gerusalemme appena sarà finita la guerra.

Accompagnato dal vescovo di Verona, monsignor Domenico Pompili, il Papa è quindi entrato nella basilica intitolata al santo patrono di Verona, dove ad attenderlo c’erano i presbiteri e i rappresentanti della vita consacrata. Con loro anche il cardinale Eugenio Dal Corso, veronese, il nunzio apostolico emerito Rino Passigato, anch’egli veronese, il vescovo emerito, monsignor Giuseppe Zenti, e l’abate, don Giovanni Ballarini. Accolto da un lungo applauso, Francesco ha sostato per un breve momento di preghiera dinanzi all’urna con il corpo del santo, traslata per l’occasione dalla cripta, deponendo un’ampolla di olio: un’offerta tradizionale compiuta ogni anno da diversi quartieri della città in occasione della festa del patrono, che ricorre il 21 maggio. Prima di prendere la parola per il discorso, si è soffermato a salutare le suore di clausura di quattro conventi.

La Chiesa di Verona ha da sempre una spiccata vocazione missionaria, consolidatasi a metà dell’Ottocento. Non solo san Daniele Comboni, il più conosciuto, ma un ricco e variegato panorama di carismi con forti accentuazioni missionarie sviluppatesi ancora prima del concilio Vaticano ii. Un impegno che si è mantenuto costante. Oggi sono 255 i missionari veronesi sparsi nei 5 continenti: 125 religiosi e 80 religiose di diversi istituti e poi 25 laici e 25 sacerdoti fidei donum espressione della diocesi di Verona che invia missionari per la cooperazione tra le Chiese in Brasile, a Cuba, in Argentina, in Ecuador, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Ciad, nella Repubblica Democratica del Congo, nelle Filippine, in Papua Nuova Guinea. A questa realtà feconda ha fatto particolare riferimento Papa Francesco citando, oltre a san Zeno, proprio Comboni, e invitando i presenti non solo ad accogliere la chiamata ricevuta, ma anche a essere «audaci nella missione».

Prima di lasciare la basilica, al Papa sono stati consegnati alcuni doni: la riproduzione di una formella del portale raffigurante Cristo crocifisso e una copia dell’atto di battesimo e di cresima di Romano Guardini, di origini veronesi.

Dal silenzio della preghiera all’interno della basilica, al chiasso dei più piccoli sulla piazza antistante. Qui, infatti, Francesco è tornato accolto da circa 6000 bambini e ragazzi, accompagnati da genitori e catechisti, in un momento di festa che ha coinvolto anche scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Animato dal Centro diocesano di pastorale ragazzi, con il supporto di Acr Band, N-Joy e Corodoro di Legnago, il tema della giornata “Giustizia e pace si baceranno” per i più piccoli è stato declinato attraverso un contest lanciato qualche mese fa e che ha raccolto vari contributi da ogni parte di Verona e provincia: parrocchie e scuole si sono date da fare non solo per preparare questo evento, ma per riflettere e portare nella quotidianità il tema della pace. Alcuni lavori realizzati dai ragazzi sono stati mostrati nel corso della giornata e donati al Papa. E su questi temi alcuni bambini hanno fatto domande al Pontefice che, come in altre occasioni, ha risposto a braccio intessendo un dialogo con i presenti. Quindi, dopo averli invitati a recitare il Padre Nostro, ha impartito loro la benedizione. Subito dopo alcuni bambini hanno liberato tre colombe bianche simbolo di pace, quella pace invocata a gran voce da tutti, piccoli e grandi, mentre Francesco percorreva il corridoio centrale, per ben due volte, per salutare quanti più ragazzi possibile, prima di raggiungere l’anfiteatro romano per partecipare all’Arena di Pace 2024.

Per i ragazzi di terza media è stato questo il momento centrale della Festa del passaggio, al termine della quale, tra le 10.30 e le 11, hanno fatto una passeggiata da piazza San Zeno al Pala Agsm Aim, il palazzetto dello sport cittadino. Qui sono stati proposti loro giochi e attività, testimonianze e tanta musica. Dopo il pranzo al sacco, anche loro si sono incamminati verso lo Stadio Bentegodi per partecipare alla Festa di Pentecoste con adolescenti e giovani, e alla messa presieduta da Papa Francesco, che concluderà la visita, al termine di una giornata decisamente intensa, ricca di significati e di emozioni.

dal nostro inviato
Gaetano Vallini


La partenza e l’accoglienza


Papa Francesco è partito in elicottero per Verona dal Vaticano, alle 6.30 di sabato 18 maggio. Ad accompagnarlo monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa pontificia.

L’elicottero è atterrato, dopo poco meno di un’ora e mezza di volo, alle ore 7.55 nel campo sportivo adiacente lo stadio Bentegodi della città scaligera. Il Papa è stato accolto da monsignor Domenico Pompili, vescovo di Verona; da Luca Zaia, presidente della Regione Veneto; da Demetrio Martino, prefetto di Verona; e dal sindaco Damiano Tommasi. Quindi Francesco, in auto, si è subito recato alla basilica di San Zeno per incontrare sacerdoti e consacrati.