Mentre l’Europa si prepara alle elezioni europee di giugno, i rappresentanti di varie Chiese si sono riuniti a Salonicco, in Grecia, dal 15 al 17 maggio, per evidenziare il ruolo dei valori cristiani nella politica e nella società europea in un contesto di crescente secolarizzazione. Il convegno è stato organizzato dalla Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece) in collaborazione con la Conferenza delle Chiese europee (Kek), l’Assemblea interparlamentare dell’ortodossia, la Metropolia di Salonicco e la locale Facoltà di teologia dell’Università “Aristotele”.
Le Chiese, ha detto il vescovo Mariano Crociata, presidente della Comece, hanno «l’opportunità e la responsabilità di dare alle nostre società la speranza di non perdere la memoria delle radici che danno vita ai valori che tengono insieme le comunità. Le nostre società vivono in una situazione culturale e morale paradossale: da un lato, non sembrano legittimate a riconoscere le radici trascendenti dei valori che sono alla base della convivenza; dall’altro, hanno bisogno di un’etica comune per mantenere una sorta di unità e coerenza». Il presidente della Comece ha affrontato anche il tema del populismo e dei suoi molteplici impatti sull’attuale vita politica e sociale europea: «Il populismo si basa su una relazione, o presunta relazione, tra governi e persone senza alcun tipo di mediazione sociale. In tal modo i governi occupano tutto lo spazio politico, mentre le persone sono lasciate alla mercé, in un isolamento perfetto, che oggi ha un nome preciso: individualismo».
Parlando poi della dottrina sociale della Chiesa cattolica, monsignor Crociata ha specificato che si tratta di «un organismo vivo, come lo è la società, in continua evoluzione: riconoscere questi cambiamenti richiede un occhio attento che interpreti ciò che accade e sia in grado di vedere cosa è necessario fare. Questo è ciò che chiamiamo discernimento». Il presule ha citato al riguardo l’enciclica di Papa Francesco Laudato si’, del 2015, sulla cura della casa comune, e l’esortazione apostolica Laudate Deum, del 2023, sulla crisi climatica. In esse «vengono delineate le conseguenze economiche dell’inquinamento ambientale. Condannare questo fenomeno, invitare i responsabili della vita pubblica ad adottare le misure necessarie e, allo stesso tempo, trasmettere ai comuni cittadini la necessità di uno stile di vita diverso sono modi che possono portare a un cambiamento in questo ambito della vita sociale». Crociata ha ricordato inoltre l’attività della Caritas, con iniziative concrete adottate per contrastare le conseguenze della crisi economica che ha colpito molte persone, portando povertà e privazioni. «Un’idea di economia focalizzata solo sul profitto — ha osservato — porta agli enormi contrasti che le nostre società sperimentano ogni giorno tra i pochissimi che possiedono enormi ricchezze e i tanti che soffrono la fame e la miseria. L’economia ha la possibilità di ispirarsi ai principi della dottrina sociale cristiana, come nel caso dell’economia sociale di mercato e dell’economia civile». Altro principio-cardine quello della sussidiarietà che riguarda i gruppi intermedi e più in generale tutte le espressioni spontanee della società civile.
Anche l’arcivescovo di Thyateira e Gran Bretagna (Patriarcato ecumenico), Nikitas, presidente della Kek, ha sottolineato che «siamo uniti nello spirito e sosteniamo gli sforzi di coloro che aspirano a vedere i valori cristiani nella società europea. L’idea di cancellare le tradizioni cristiane significa inevitabilmente cancellare la nostra stessa identità».
La conferenza — intitolata La politica come spazio per esprimere i valori cristiani nella vita quotidiana — è stata caratterizzata da riflessioni e un confronto in vista delle prossime elezioni europee. I partecipanti, informa una nota, hanno esaminato «modi creativi» per promuovere i valori cristiani nelle società e nelle arene politiche europee e contribuire efficacemente a risolvere le crisi in corso che colpiscono la pace, il clima, la società, l’economia. L’incontro ha affrontato inoltre il tema del crescente analfabetismo religioso tra i decisori politici e su come le Chiese possono rivendicare e salvaguardare lo spazio per la fede, considerato «elemento legittimo». L’evento è stato l’occasione per firmare ufficialmente la dichiarazione Europa, sii te stessa!, appello alle istituzioni europee, ai candidati al Parlamento e ai partiti pubblicato a marzo e firmato da Comece, Kek, Assemblea interparlamentare dell’ortodossia e Together for Europe.
di Giovanni Zavatta