· Città del Vaticano ·

A Montegranaro un pomeriggio di studi dedicato all’antico arcivescovo di Bologna

Domenico Svampa
il cardinale “gigante”

 Domenico Svampa il cardinale “gigante”  QUO-111
17 maggio 2024

Aveva solo 43 anni Domenico Svampa (1851-1907) quando venne nominato da Leone xiii arcivescovo di Bologna e creato cardinale. Non erano tempi in cui le relazioni tra Stato e Chiesa segnavano il beltempo, ma per lui venne concessa l’autorizzazione governativa e si trasferì in città dopo alcuni mesi dalla nomina. Pur essendo giovane aveva un aspetto solenne e imponente, tanto che lo chiamavano il cardinale “gigante”.

Si parlerà anche di questo nel pomeriggio di studi promosso a Montegranaro in occasione dei 130 anni della creazione cardinalizia di Domenico Svampa. L’appuntamento è per domenica 19 maggio nella cittadina marchigiana dove egli nacque. Vi parteciperanno il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, insieme all’arcivescovo di Fermo, Rocco Pennacchio. Introdurrà i lavori Milko Vitali, presidente dell’Associazione arte cultura mestiere ente terzo settore, che promuove l’iniziativa. Seguiranno i saluti del sindaco Endrio Ubaldi e del parroco don Andrea Bezzini, e l’intervento dello storico locale Daniele Malvestiti. Al termine, il cardinale Zuppi celebrerà la messa nella chiesa di San Francesco.

Nato da una famiglia di possidenti, Svampa nel 1861 entrò nel seminario di Fermo, dove nel 1867 ebbe modo di conoscere don Bosco. Questo incontro si rivelò fondamentale, determinando una vicinanza alla spiritualità salesiana che lo accompagnò per tutta la vita. Nel 1872 vinse un concorso che gli permise di andare a Roma a proseguire gli studi al Seminario Pio; nel 1874 venne ordinato sacerdote. Due anni dopo conseguì la laurea in Teologia e nel 1879 quella in Diritto civile e canonico. Terminati gli studi fu mandato a Fermo, dove insegnò nel Seminario; e dopo appena due anni Leone xiii lo nominò insegnante del Pontificio Seminario romano. Interessato agli studi sociali, conquistò la fiducia del Papa, di cui iniziò a condividere il progetto di presenza cattolica nella società e la sensibilità verso le tematiche sociali.

Nel 1887 fu eletto vescovo di Forlì, dove fu molto attento alle problematiche sociali. Nel 1894 Papa Pecci lo promosse arcivescovo di Bologna. Fin dalla prima lettera pastorale egli cercò di coinvolgere i laici alla vita civile, obbedienti al Pontefice ma aperti alle novità, senza contrapporsi al secolo. Nel 1895 iniziò la visita pastorale alle parrocchie della diocesi, che concluse nel 1903, e organizzò il congresso internazionale dei cooperatori salesiani. Nel 1896 promosse la creazione del Piccolo credito romagnolo, il primo istituto bancario bolognese cattolico, attraverso il quale poterono essere finanziate numerose iniziative e opere, prime fra tutte le Casse rurali. Nello stesso anno, favorì la fondazione del quotidiano cattolico «L’Avvenire d’Italia». Alla morte di Leone xiii , il 20 luglio 1903, Svampa era uno dei membri più giovani del Collegio cardinalizio. I giornali italiani e stranieri videro in lui un possibile candidato alla successione sulla Cattedra di Pietro, ma lo stesso Svampa si mise da parte a causa della sua salute declinante. Sostenne, però, la candidatura del cardinale Sarto che, il 4 agosto 1903, venne eletto Papa con il nome di Pio x .

L'anno successivo, il 28 maggio, fu protagonista di un episodio teso alla riconciliazione tra monarchia e Chiesa, ma che suscitò aspre polemiche. Durante la visita di Vittorio Emanuele iii a Bologna — convinto in buona fede di avere l’approvazione papale — si recò a rendere omaggio al sovrano nel Palazzo d’Accursio. I due si affacciarono insieme al balcone del palazzo, salutando la folla raccolta nella piazza. Non mancò un pranzo di gala nel salone del Consiglio comunale al quale venne invitato anche il cardinale Svampa, ma ciò creò un po’ di trambusto. Infatti, dato che era sabato, ed essendo Tempora di primavera, a quel tempo era prescritto un digiuno da rispettare con un solo pasto e con astinenza dalle carni. Per questo agli invitati e, soprattutto, al cardinale che sedeva accanto al re, venne preparato un menù alternativo di magro. Da questo racconto prese spunto Giulio Andreotti per il suo libro dal titolo: Pranzo di magro per il Cardinale, con il quale descrisse l'incontro fra Svampa e Vittorio Emanuele iii e le reazioni che ne seguirono. Il caso suscitò infatti grandi polemiche ma Papa Pio x , pur rimproverando Svampa, non accettò le dimissioni che aveva presentato.

Morì nell’agosto 1907. Il suo corpo riposa nella cripta della chiesa del Sacro Cuore a Bologna.