· Città del Vaticano ·

Presentata la Giornata mondiale dei bambini

Protagonisti i piccoli

 Protagonisti i piccoli  QUO-110
16 maggio 2024

Un grande raduno ecclesiale che ha come protagonisti i più piccoli e che ravviva in tutti la speranza nel futuro per la Chiesa e per la società umana. Così il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, ha sottolineato il valore della Giornata mondiale dei bambini, che si svolgerà a Roma il 25 e il 26 maggio.

Presentandola ai giornalisti questa mattina, 16 maggio, nella Sala Stampa della Santa Sede — attualmente in via dell’Ospedale — il porporato ha ricordato che i valori della libertà, del rispetto reciproco, della solidarietà possono essere trasmessi e vissuti fin dalla più tenera età. In questo senso, la Giornata vuole offrire un segno di comunione e una “profezia” di unità e di pace.

Il cardinale ha spiegato che nei due giorni confluiranno a Roma moltissimi gruppi, associazioni, singoli; ma l’evento prevede anche iniziative a livello diocesano, lasciate alla creatività delle diverse Chiese locali. L’intenzione è coinvolgere l’intera comunità ecclesiale, in modo che l’incontro costituisca per tutti un invito a diventare come i bambini per cogliere le novità suscitate dallo Spirito.

Successivamente, padre Enzo Fortunato, coordinatore della Giornata, ha sottolineato la «portata mondiale» dell’avvenimento, che rappresenta un «controcanto di speranza» e «un segnale ai signori della guerra. Vogliamo guardare il mondo con gli occhi dei bambini, che sono la speranza dei popoli, il loro futuro». La semplicità del loro cuore, ha osservato, «è un dono di Dio e, per chi sappia accoglierlo, la possibilità della pace». Si tratta, in sostanza, di una risposta alla triste situazione di tanti bambini che vengono strumentalizzati, feriti, fatti soffrire, senza cibo e senza acqua, indottrinati alla violenza, a cui si consegna non pane, ma un’arma, non il verbo dell’amore ma dell’odio.

Il francescano conventuale ha poi illustrato il programma dell’incontro. Nella mattinata del primo giorno si apriranno il Children’s Village e successivamente lo stadio Olimpico. Sarà Carlo Conti a condurre la manifestazione, che inizierà con un corteo di bambini in abiti tradizionali, in rappresentanza di 101 nazioni, per portare il loro messaggio di pace. Seguiranno il saluto del cardinale de Mendonça e l’esecuzione dell’inno dell’evento, preparato dal maestro Marco Frisina ed eseguito dal coro dello Zecchino d’Oro e dalle corali della Galassia dell’Antoniano, per un totale di circa 1500 bambini cantori. Poi, vi sarà l’esibizione di alcuni piccoli e di artisti “grandi” come Renato Zero, Al Bano, Orietta Berti, Carolina Benvenga. Seguiranno spettacoli, canti, riflessioni, oltre a riflessioni spirituali e testimonianze. Interverranno, tra gli altri, Catherine Russell, direttore esecutivo di Unicef, Lino Banfi, il regista Matteo Garrone, con il protagonista del suo ultimo film “Io Capitano”, il senegalese Seydou Sarr.

Nel pomeriggio, è previsto l’arrivo del Papa allo stadio. Dopo il momento di accoglienza, Francesco risponderà alle domande formulate da rappresentanti dei bambini di tutto il mondo. Si svolgerà poi una partita di calcio di cinque minuti tra bambini e alcuni calciatori famosi a livello internazionale, capitanati dal portiere Gianluigi Buffon. Sarà proprio il Pontefice a dare il calcio di inizio. Seguirà uno spettacolo del Cirque du soleil. L’evento sarà trasmesso in mondovisione.

Domenica 26 maggio, in piazza San Pietro, la messa presieduta dal Papa sarà preceduta dall’ingresso di alcuni bambini in abiti tradizionali e, dopo la recita del Regina Caeli, Roberto Benigni darà vita a un monologo che concluderà la giornata.

Da parte sua, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha evidenziato il tema della pace, emerso attraverso disegni, lettere ed elaborati realizzati dagli stessi bambini, i quali ripetono con insistenza il messaggio che solo Papa Francesco può aiutare l’umanità a riconciliarsi con se stessa. Impagliazzo ha poi spiegato che molti dei piccoli presenti sono arrivati in Italia attraverso i corridoi umanitari. Alcuni di loro provengono dalla Repubblica Democratica del Congo, altri dall’Afghanistan, altri ancora dalla Siria. Tra di loro ci sono bambini dai 7 agli 11 anni che non sono mai andati a scuola, perché nati in un campo profughi, in Uganda, Kenya, Libano o in Etiopia; ma anche ucraini che sono ospiti di famiglie della Sant’Egidio e delle parrocchie italiane fin dall’inizio della guerra. Sarà presente anche una delegazione da Gaza, con alcuni bambini feriti, arrivati grazie alla missione umanitaria del governo italiano e accolti dalla stessa Comunità. Questa giornata, ha concluso Impagliazzo, è chiamata a dare una risposta a una domanda lacerante: cioè se l’umanità si sta assuefacendo alla sofferenza dei bambini.

È stata poi la volta di due giovani studentesse che hanno offerto la loro testimonianza: Hanna Imordi, della Nigeria, e Rahila Saya, dell’Afghanistan, che seguono il programma Global Humanities all’Università La Sapienza di Roma. La prima è giunta in Italia attraverso il Mediterraneo sei anni fa; la seconda è una profuga che cerca di dare voce alle donne del suo Paese.

Infine, Aldo Cagnoli, vice coordinatore della Giornata, ha sottolineato che questo evento diventa un cammino e traccia un solco per andare avanti.

In precedenza avevano preso la parola Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, illustrando alcuni aspetti logistici legati all’assistenza e al trasporto dei bambini, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che aveva rimarcato l’impegno profuso per collaborare all’organizzazione dell’evento. Infine, il presidente di “Sport e salute”, Marco Mezzaroma, aveva assicurato di aver accolto con gioia l’invito a mettere a disposizione lo stadio Olimpico e il parco del Foro italico per la Giornata.