· Città del Vaticano ·

La popolazione della Georgia sogna l’Unione europea e scende in piazza
contro la legge sulle «influenze straniere»

In nome della libertà

epa11340475 Georgian political parties supporters protest during a rally against a draft bill on ...
15 maggio 2024

Tbilisi , 15. Non si placano le manifestazioni di piazza in Georgia dopo l’approvazione, ieri in Parlamento, della legge sulle «influenze straniere». Il provvedimento — che prevede che media e ong che ricevono più del 20 per cento dei loro finanziamenti dall’estero debbano registrarsi come «organizzazioni che prestano servizio per una potenza straniera» — è da tempo contestato dalla popolazione che in esso vede somiglianze con le leggi della Russia per reprimere il dissenso.

Anche la presidente georgiana, Salomé Zourabichvili, si è detta contraria alla normativa, annunciando il proprio veto ed esprimendo il proprio sostegno ai manifestanti. Tuttavia, il partito al governo, Sogno georgiano, ha la maggioranza necessari per superare il veto del capo dello Stato.

Ieri, dunque, a Tbilisi la popolazione è scesa in piazza ancora una volta, sfidando i gas lacrimogeni e gli idranti delle forze di sicurezza. Davanti al Parlamento, 13 manifestanti sono stati arrestati, con l’accusa di resistenza alla polizia e atti di teppismo.

Oggi, nel Paese, è in visita una delegazione composta dai ministri degli Esteri di Estonia, Lettonia, Lituania e Islanda, per seguire gli sviluppi della situazione e analizzare gli effetti che essa potrà avere sul processo di integrazione di Tbilisi nell’Unione europea.

L’Onu, nel frattempo, esprime «profondo rammarico» per una normativa che rischia di avere «impatti significativi sui diritti alla libertà di espressione e di associazione».

Da Washington, invece, arriva un avvertimento: gli Usa rivaluteranno le loro relazioni con la Georgia se la legge entrerà in vigore. «Siamo profondamente preoccupati per la legislazione georgiana in stile Cremlino e che va contro i valori democratici», ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre. Sulla stessa linea si pone l’Unione europea che ha chiesto il ritiro della legge, in quanto essa «ha un impatto negativo sui progressi della Georgia nel percorso verso l’Ue». Ai manifestanti è giunto infine il sostegno di Roberta Metsola, presidente dell’Eurocamera: «Tbilisi, vi sentiamo, vi vediamo — ha detto —! Vogliono un futuro europeo, si aspettano valori e standard europei».