· Città del Vaticano ·

Il cardinale Parolin alle Scuole vaticane di Archivio e Biblioteca

Spirito di collaborazione
a difesa della cultura

 Spirito di collaborazione a difesa della cultura  QUO-108
14 maggio 2024

Due scuole di formazione, che hanno contribuito a preparare negli anni «ottimi docenti e ricercatori nei campi degli studi storico-umanistici»; con un apprezzabile sforzo nato da un grande spirito di pace e di collaborazione internazionale «anche a seguito dei frequenti e tragici eventi di guerra e di violenza, fisica e ideologica, che si sono ripetuti in un secolo davvero drammatico e che purtroppo continuano a ripetersi». Lo ha sottolineato il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, intervenendo ieri pomeriggio alla Pontificia Università Urbaniana alla cerimonia commemorativa del 140° anniversario della Scuola vaticana di Paleografia, diplomatica e archivistica e del 90° della Scuola vaticana di Biblioteconomia.

Alla presenza, tra gli altri, dell’arcivescovo Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, e di docenti, allievi e ospiti che in mattinata erano stati ricevuti in udienza da Papa Francesco, il porporato ha fatto notare come le due benemerite istituzioni didattiche siano state «quasi considerate un po’ di retrovia», espressione «di uno sguardo rivolto più al passato che al presente, più alla conservazione dei documenti storici che a un’efficace incidenza sulla cultura dell’oggi». In realtà, ha chiarito Parolin, esse, nei tempi di «violenza annientatrice» che ha tentato non solo di distruggere vite ma anche «tracce di civiltà, di progresso, di riflessione, di ricerca della verità», hanno badato «non solo alla preservazione dei documenti che custodiscono, ma anche a una formazione specifica e ben motivata per le giovani generazioni». A tal proposito il segretario di Stato, attraverso un excursus storico, ha ricordato come la Chiesa sia sempre stata e sia tuttora in prima linea su questi temi: «basta anche solo accennare alla nascita delle due Scuole in due momenti davvero strategici per gli studi e per la cultura in Europa e nel mondo». Quella dell’Archivio, ha precisato Parolin, «nasce sotto il pontificato di Leone xiii , a seguito della decisiva apertura degli Archivi vaticani»; quella «della Biblioteca fu fortemente voluta da Pio xi nel contesto di una intensa presenza della Biblioteca Vaticana nel mondo della ricerca storica e filologica tra le due guerre, in una continua ricerca di dialogo tra le Nazioni attraverso i comuni interessi di ricerca».

Sviluppatesi pertanto in tali contesti, entrambe hanno via via «contribuito validamente con i loro strumenti a creare e sostenere negli allievi la coscienza del valore immenso delle testimonianze del passato rispetto al presente», ha ribadito il cardinale. E continuano a farlo ancora oggi, ha insistito, seguendo un livello formativo adeguato «alle sfide che la contemporaneità ci pone di fronte, soprattutto quelle tecnologiche». Sfide che richiedono, ha concluso Parolin, atteggiamenti congrui come, tra l’altro, considerare «la formazione non solo in chiave tecnica, ma anche in spirito di servizio alla cultura, in nome della difesa e della promozione di studi a tutti i livelli, a partire dai luoghi di base, dall’archivio di provincia alla biblioteca di quartiere»; affinare la competenza e avere sempre quell’entusiasmo che la rende «viva e vitale».