· Città del Vaticano ·

Approvata una risoluzione dall’Assemblea generale. Durissima reazione di Israele

Onu: la Palestina qualificata
a diventare membro

TOPSHOT - The results of a vote on a resolution for the UN Security Council to reconsider and ...
11 maggio 2024

New York, 11. Con 143 voti a favore, 9 contrari (tra i quali gli Stati Uniti e Israele) e 25 astensioni (tra cui Italia, Germania e Gran Bretagna), l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato ieri una risoluzione che aggiunge privilegi allo Stato palestinese, senza diritto di voto, mantenendo lo status di Stato osservatore. «La Palestina è qualificata per diventare membro a pieno titolo dell’Onu, in conformità con l’articolo 4 della Carta», si legge nel testo, che invita il Consiglio di sicurezza a «riconsiderare favorevolmente la questione».

Durissima la reazione di Israele. Già prima del voto il rappresentante all’Onu, Gilad Erdan, si era rivolto agli altri membri dell’Assemblea generale mostrando un piccolo tritacarte, con il quale aveva distrutto una copia in miniatura dello Statuto delle Nazioni Unite. «State distruggendo lo Statuto con le vostre mani. Vergognatevi», aveva detto.

Secondo vari analisti politici, l’adozione della risoluzione non significa che la Palestina diventerà automaticamente uno Stato membro dell’Onu: è il via libera del Consiglio di sicurezza, infatti, la condizione necessaria per un’eventuale approvazione piena da parte dell’Assemblea. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è un organo composto da 15 membri, di cui cinque permanenti e con diritto di veto (Cina, Russia, Stati Uniti, Francia e Regno Unito). Lo scorso aprile il Consiglio aveva respinto una risoluzione che chiedeva l’adesione della Palestina all’Onu, a causa del veto posto dagli Stati Uniti.

Tuttavia la risoluzione approvata ieri prevede comunque alcuni privilegi aggiuntivi per la Palestina (che dal 2012 è uno Stato osservatore), ad esempio quello di essere seduti tra gli Stati membri in ordine alfabetico, oppure di presentare proposte, emendamenti e sollevare mozioni procedurali in Assemblea su tutti gli argomenti, non solo, quindi, quelli strettamente legati alla Palestina o al Medio Oriente. I palestinesi non avranno invece il diritto di voto, né potranno presentare la propria candidatura per i principali organi delle Nazioni Unite, come il Consiglio di sicurezza, il Consiglio economico e sociale o quello per i diritti umani.

Alla dura reazione del rappresentante israeliano all’Onu, si è aggiunta quella del ministro degli Esteri, Israel Katz, che ha parlato di una «decisione assurda». «Il messaggio che le Nazioni Unite mandano alla nostra regione in sofferenza è che la violenza paga», ha denunciato, parlando di «un premio ai terroristi di Hamas».

Il delegato palestinese, Ryad Mansour, ha affermato che «votare per l’esistenza della Palestina non è contro nessuno Stato, ma è un investimento nella pace».