Verso il Giubileo
«Diventare cantori di speranza in una civiltà segnata da troppe disperazioni»: è questa la meta indicata da Papa Francesco ai pellegrini che si stanno preparando a vivere il Giubileo del 2025. L’Anno santo è stato indetto ufficialmente con la bolla Spes non confundit, ispirata dal passo paolino «La speranza non delude» (Rm 5, 5), che ieri pomeriggio, giovedì 9 maggio, è stata consegnata e letta nel corso di una solenne celebrazione nell’atrio della basilica Vaticana, dinanzi alla Porta santa. A darne lettura di alcuni passi significativi è stato il decano del Collegio dei protonotari apostolici, monsignor Leonardo Sapienza. Il documento stabilisce le date di inizio (24 dicembre 2024) e di chiusura (6 gennaio 2026) del Giubileo ordinario, che «orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù». Francesco vi auspica tra l’altro che con il denaro impiegato in armi e spese militari si istituisca un fondo per eliminare la fame, e il condono dei debiti ai Paesi poveri. Nella bolla anche la proposta ai governi di «forme di amnistia o di condono della pena» per i detenuti e la volontà di «aprire» personalmente «una Porta Santa in un carcere».
Successivamente all’interno di San Pietro il Pontefice ha presieduto i secondi Vespri della solennità dell’Ascensione del Signore pronunciando l’omelia.