07 maggio 2024
La tendenza al perfezionismo lo tormentava. Un’ossessione che finiva per sortire pesanti conseguenze sui suoi allievi, soprattutto se svogliati e disattenti. Fryderyk Chopin non fu solo segnato dalla tisi (e da amori infelici). Ogni nota, per il compositore polacco, doveva essere al posto giusto: non ammetteva il minimo accenno all’approssimazione. Parimenti, ogni nota doveva essere resa con l’esatto timbro: anche la più semplice sfumatura che, all’atto dell’esecuzione, deviasse dallo spartito, era da lui intesa, e condannata, come una violazione delle regole. Ci voleva dunque coraggio, per gli aspiranti compositori, andare a casa di Chopin per ricevere lezioni. Anche i più talentuosi tremavano al pensiero della sua reazione qualora li avesse colti in fallo. Si racconta che una volta un alunno, con smodate ambizioni di ...
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