07 maggio 2024
È del 1910 il quadro intitolato Villa Borghese – Parco dei daini. Quindi appartiene alla fase in cui Giacomo Balla stava elaborando, ma ancora allo stato embrionale, quel processo di astrazione che lo porterà a liberarsi definitivamente della figurazione. Sebbene questo dipinto presenti indubbi tratti classici e protocollari nella rappresentazione del paesaggio, è pur dato di rilevare quella spiccata frammentazione della pennellata, segno inequivocabile di una tendenza al divisionismo, e dunque a favore di un modello decorativo prettamente astratto. Nella tela il dato fisico e prospettico è trasferito sul piano simbolico tramite il motivo della linea sinuosa e dinamica. Balla definì l’opera come «un grande paesaggio» in cui aveva ottenuto «la vibrazione luminosa del cielo» ...
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