· Città del Vaticano ·

Al Regina Caeli il Papa lancia un nuovo appello per la pace in Ucraina e in Palestina e in Israele

No alla guerra, sì al dialogo!

 No alla guerra, sì al dialogo!  QUO-102
06 maggio 2024

E rivolge gli auguri alle comunità orientali che celebrano la Pasqua


«No alla guerra, sì al dialogo!»: lo ha auspicato il Papa al termine del Regina Caeli di ieri, 5 maggio, tornando a invocare la pace per «la martoriata Ucraina e anche per Palestina e Israele». Affacciatosi a mezzogiorno dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano, il Pontefice ha introdotto la recita della preghiera mariana con i fedeli presenti in piazza San Pietro commentando, come di consueto, il Vangelo domenicale. Ecco le sue parole, ispirate dall’evangelista Giovanni (15, 15) che riporta la frase di Gesù agli Apostoli: «Non vi chiamo più servi, ma amici».

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi il Vangelo ci parla di Gesù che dice agli Apostoli: «Non vi chiamo più servi, ma amici» (cfr. Gv 15, 15). Cosa significa questo?

Nella Bibbia i «servi» di Dio sono persone speciali, a cui Egli affida missioni importanti, come ad esempio Mosè (cfr. Es 14, 31), il re Davide (cfr. 2 Sam 7, 8), il profeta Elia (cfr. 1 Re 18, 36), fino alla Vergine Maria (cfr. Lc 1, 38). Sono persone nelle cui mani Dio pone i suoi tesori (cfr. Mt 25, 21). Ma tutto questo non basta, secondo Gesù, per dire chi siamo noi per Lui, non basta, ci vuole di più, qualcosa di più grande, che va al di là dei beni e degli stessi progetti: ci vuole l’amicizia.

Fin da bambini impariamo quanto è bella questa esperienza: agli amici offriamo i nostri giocattoli e i doni più belli; poi crescendo, da adolescenti, confidiamo loro i primi segreti; da giovani offriamo lealtà; da adulti condividiamo soddisfazioni e preoccupazioni; da vecchi condividiamo i ricordi, le considerazioni e i silenzi di lunghe giornate. La Parola di Dio, nel Libro dei Proverbi, ci dice che «profumo e incenso allietano il cuore e il consiglio dell’amico addolcisce l’animo» (27, 9). Pensiamo un momento ai nostri amici, alle nostre amiche, e ringraziamone il Signore! Uno spazio per pensare a loro...

L’amicizia non è frutto di calcolo, e neanche di costrizione: nasce spontaneamente quando riconosciamo nell’altro qualcosa di noi. E, se è vera, l’amicizia è tanto forte che non viene meno neanche di fronte al tradimento. «Un amico vuol bene sempre» (Pr 17, 17) — afferma ancora il Libro dei Proverbi —, come ci mostra Gesù quando a Giuda, che lo tradisce con un bacio, dice: «Amico, per questo sei qui!» (Mt 26, 50). Un vero amico non ti abbandona, nemmeno quando sbagli: ti corregge, magari ti rimprovera, ma ti perdona e non ti abbandona.

E oggi Gesù, nel Vangelo, ci dice che noi per Lui siamo proprio questo, amici: persone care al di là di ogni merito e di ogni attesa, alle quali tende la mano e offre il suo amore, la sua Grazia, la sua Parola; con le quali — con noi, amici — condivide quello che ha di più caro, tutto quello che ha udito dal Padre (cfr. Gv 15, 15). Fino a farsi fragile per noi, a mettersi nelle nostre mani senza difese e senza pretese, perché ci vuole bene. Il Signore ci vuole bene, come amico vuole il nostro bene e ci vuole partecipi del suo.

E allora chiediamoci: che volto ha per me il Signore? Il volto di un amico o di un estraneo? Mi sento amato da Lui come una persona cara? E qual è il volto di Gesù che testimonio agli altri, specialmente a quelli che sbagliano e hanno bisogno di perdono?

Maria ci aiuti a crescere nell’amicizia col suo Figlio e a diffonderla attorno a noi.

Dopo il Regina Caeli, il Papa ha rivolto i suoi auguri alle comunità orientali che ieri, secondo il calendario giuliano, celebravano la Pasqua. Quindi ha ricordato le inondazioni che hanno colpito lo stato brasiliano di Rio Grande do Sul e ha salutato i presenti, tra i quali Guardie Svizzere e loro familiari, in occasione della festa dello storico Corpo, e l’Associazione “Meter”, impegnata nella lotta agli abusi sui minori. Infine ha rilanciato l’appello di pace per le popolazioni in guerra.

Cari fratelli e sorelle!

Invio con tanto affetto i miei auguri ai fratelli e alle sorelle delle Chiese Ortodosse e di alcune Chiese Cattoliche Orientali che oggi, secondo il calendario giuliano, celebrano la Santa Pasqua. Il Signore risorto colmi di gioia e di pace tutte le comunità, e conforti quelle che sono nella prova. A loro, Buona Pasqua!

Assicuro la mia preghiera per le popolazioni dello Stato di Rio Grande do Sul, in Brasile, colpite da grandi inondazioni. Il Signore accolga i defunti e conforti i familiari e quanti hanno dovuto lasciare le loro case.

Saluto i fedeli di Roma e di diverse parti d’Italia e del mondo, in particolare i pellegrini provenienti dal Texas, dall’arcidiocesi di Chicago e da Berlino; gli studenti della Scuola Saint-Jean de Passy di Parigi e il gruppo Human Life International. Saluto i giovani di Certaldo e Lainate; i fedeli di Ancona e Rossano Cariati; i ragazzi della Cresima di Cassano D’Adda, dell’Unità pastorale del Tesino e della parrocchia S. Maria del Rosario in Roma. E saluto e ringrazio tanto le bande musicali di varie parti d’Italia: grazie a voi, che avete suonato tanto bene, e spero che continuate a suonare un po’. Grazie! Saluto il gruppo “Francigeni Monteviale”; come pure i cittadini di Livorno e Collesalvetti, che da tempo attendono la bonifica dei territori più inquinati, preghiamo per loro.

Un saluto caloroso rivolgo alle nuove Guardie Svizzere e ai loro familiari, in occasione della festa di questo storico e benemerito Corpo. Un applauso alle Guardie Svizzere!

Accolgo con piacere l’Associazione “Meter”, impegnata nel contrasto ad ogni forma di abuso sui minori. Grazie, grazie per il vostro impegno! E continuate con coraggio la vostra importante attività.

E per favore, continuiamo a pregare per la martoriata Ucraina — soffre tanto! — e anche per Palestina e Israele, che ci sia la pace, affinché il dialogo si rafforzi e porti buoni frutti. No alla guerra, sì al dialogo!

Auguro a tutti una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Saluto i ragazzi dell’Immacolata, così bravi. Buon pranzo e arrivederci!