I fotogrammi sono due, entrambi ricordi vividi nella mente, entrambi legati all’immagine del treno. Uno è più recente, del 6 novembre 2023, quando Francesco dalla banchina della Stazione vaticana aveva salutato quasi uno ad uno i viaggiatori del Treno Rock messo a disposizione dalle Ferrovie dello Stato, cioè alcuni dei 7.500 ragazzini che avevano partecipato poco prima all’evento in Aula Paolo vi “I bambini incontrano il Papa”, assalendolo con abbracci, strette di mano, richieste di selfie. L’altra immagine invece risale ai tempi di Buenos Aires, quando Bergoglio usava i mezzi pubblici «per stare tra le persone, sentire il loro calore e le loro preoccupazioni», prendendo il treno per spostarsi nei quartieri: «Oggi è tra le abitudini che mi mancano di più».
I due fotogrammi aprono e chiudono l’intervista concessa dal Pontefice al magazine di Trenitalia «La Freccia», in uscita domani, 4 maggio, a firma di Roberto Pacilio, responsabile dell’Ufficio stampa della Giornata mondiale dei bambini. Il colloquio è frutto di un’udienza privata a Casa Santa Marta, in cui — scrive l’intervistatore — il Papa apre «più di uno spiraglio di fronte all’ipotesi di un viaggio papale in treno pronunciando uno speranzoso: “Vedremo”».
A Francesco viene ricordato il momento del saluto ai bambini a bordo del treno nella stazione all’ombra del Cupolone: «Come un nonno che saluta i nipoti che stanno tornando a casa». «Educare significa accompagnare i più piccoli fino al momento in cui sentono di potercela fare da soli», dice il Pontefice. «Il viaggio è una metafora della vita. Ed è nostro compito questa cura quotidiana delle relazioni. Saper stare accanto all’altro lasciando che rimanga sé stesso».
Sempre con la memoria a quell’udienza con oltre settemila bambini e bambine venuti da tutto il mondo ad inneggiare alla pace, Papa Francesco sottolinea che «i più piccoli custodiscono un senso della bellezza ancora intatto». Invita infatti ad «osservarli, ascoltarli», perché «se lo facciamo — assicura — saranno loro a sensibilizzare noi adulti». E questo può portare «una vera speranza di cambiamento per tutti».
Rispetto del Creato
Dai bambini si può imparare anche il rapporto con il Creato, cosa che spesso risulta difficile invece con gli adulti. Il Papa invita a «crescere senza perdere la semplicità». Quella di un bambino «non è la stessa di un giovane e di un adulto», afferma: «Tutti dobbiamo essere semplici, ma in accordo con la nostra età». Il tema non può che richiamare la Laudato si’, l’enciclica sociale sulla cura della Casa comune: «Quanto è stato fatto dai governi dopo il grido di allarme lanciato da lei nel 2015 in difesa della Terra e dell’ambiente?», domanda Pacilio. «Non hanno fatto abbastanza», risponde diretto il Papa, spiegando che proprio questo è il senso dell’esortazione apostolica Laudate Deum, otto anni dopo la Laudato si’. «La crisi — aggiunge il Pontefice — richiede un coinvolgimento di tutte le persone: l’intera società dovrebbe esercitare una sana pressione, perché spetta a ogni famiglia pensare che è in gioco il futuro dei propri figli e delle proprie figlie».
Per stare tra la gente
Il colloquio si chiude con il ricordo della foto di Jorge Mario Bergoglio in clergyman in metropolitana in Argentina, una immagine divenuta virale nei primi tempi di pontificato. È lo spunto per sottolineare l’importanza di utilizzare i mezzi pubblici e quelli a basso impatto ambientale. «È fondamentale cambiare i nostri stili di vita per salvaguardare la Casa comune», replica il Papa. E aggiunge: «Ho sempre amato prendere i mezzi pubblici: è un modo per stare tra le persone, sentire il loro calore e le loro preoccupazioni. Durante la scuola secondaria prendevo tutti i giorni il treno da Flores a Floresta, due quartieri di Buenos Aires. Oggi è tra le abitudini che mi mancano di più».
di Salvatore Cernuzio