Spunti di riflessione
Un famoso filosofo accusava i cristiani con queste parole: «Se la buona novella della vostra Bibbia fosse anche scritta sul vostro volto, non avreste bisogno di insistere così ostinatamente perché si creda all’autorità di questo libro: le vostre opere, le vostre azioni dovrebbero rendere quasi superflua la Bibbia perché voi stessi dovreste continuamente costruire la Bibbia nuova» (Friedrich Nietszche).
Forse, qualche volta, si potrebbe dare ragione a questo autore, se si guardano certi volti indifferenti di cristiani che partecipano alla Messa; o se si vedono tante contro-testimonianze del Vangelo.
Nel giorno della sua Ascensione, Gesù ha inviato i suoi discepoli «in tutto il mondo a proclamare il Vangelo ad ogni creatura». E questo non lo si può fare con una vita cristiana spenta e abitudinaria.
San Paolo, nella seconda lettura, dice di comportarsi «in maniera degna della vocazione ricevuta». La maniera degna, allora, è quella di testimoniare il Vangelo con gioia, con coraggio, con coerenza.
Un altro filosofo, ma questa volta cristiano, ha scritto: «Un commento al Vangelo non si deve scrivere ma vivere. E ci sono molti più commenti viventi al Vangelo di quanto possa sembrare a prima vista» (Ferdinand Ebner).
Preghiamo il Signore, allora, che la nostra testimonianza sia una cosa viva e attraente. Che sappia, cioè, attirare anche altri che non credono, con la bellezza e la freschezza della nostra fede.
Diventiamo «commenti viventi del Vangelo» non con le parole, ma con una testimonianza esaltante!
di Leonardo Sapienza
12 maggio
Ascensione del Signore
Prima lettura: At 1, 1-11;
Salmo: 46;
Seconda lettura: Ef 4, 1-13;
Vangelo: Mc 16, 15-20.