· Città del Vaticano ·

Il cardinale Czerny per la festa di santa Caterina da Siena

Operatori di pace
tra i conflitti

 Operatori di pace tra i conflitti  QUO-098
30 aprile 2024

In un clima generalizzato di crisi e di perdita di senso nella vita religiosa, Caterina da Siena «rifiutò di rassegnarsi alla piega degli eventi e lottò tenacemente per la riforma della Chiesa, per la pace in Europa, entrando nel vivo delle polemiche sociali ed ecclesiali del tempo». Lo ha sottolineato il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale (Dssui), in occasione della festa della patrona d’Italia e compatrona del vecchio continente, celebrata lunedì pomeriggio, 29 aprile, nella basilica romana di Santa Maria sopra Minerva.

Il porporato gesuita ha evidenziato che la santa senese indirizzò «parole ardenti e vigorose alle autorità politiche e religiose, scrisse al Papa ricordandogli i propri doveri», ma ricordò anche a tutti che «la chiamata a vivere come figli di Dio comporta delle responsabilità verso il bene comune e il miglioramento delle condizioni di vita di chi è più svantaggiato». Caterina tuttavia non fu «solo donna di intelletto acuto e di parole sferzanti, ma principalmente fu donna di azioni compassionevoli e misericordiose». Infatti, «si spese incessantemente, fino a consumarsi nel corpo, per visitare i carcerati, curare gli ammalati, sfamare i poveri». Anche il mondo attuale, ha osservato il prefetto del Dssui, «è lacerato dalle guerre, diviso da aspri conflitti sociali, dal ritorno di forme di nazionalismo che fomentano il razzismo, la paura dello straniero, il rifiuto dei migranti». La santa domenicana «invita ad essere operatori di pace, sull’esempio di Cristo, per trovare nuove vie alla fraternità». Insegna anche che «la pace, per essere autentica e duratura, deve incontrare la giustizia e la verità. Ciò significa che chi vuole operare la pace si troverà sempre a scontrarsi con la menzogna, l’iniquità, l’ingiustizia».

Sebbene il suo temperamento «fosse combattivo e ardimentoso, tanto da essere talvolta giudicata una presenza scomoda», nelle relazioni più prossime era però «capace di infinita tenerezza e di dolcissime premure». Come testimonia Raimondo da Capua nella Legenda Maior, Caterina «era circondata da una cerchia di amici fidati, conosciuti come Caterinati»: persone «la sostenevano e la seguivano da vicino, come guida spirituale».