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Basta con le armi! Usiamo le parole!

 Basta  con le armi!  Usiamo le parole!  ODS-021
04 maggio 2024

Mi chiamo Monica e ho 12 anni. Ho conosciuto la Comunità di Sant’Egidio quando ero molto piccola in un quartiere della periferia di Roma e da allora non ho più mancato un appuntamento. Avevo forse cinque anni, i miei cugini già andavano alla Scuola della pace di Sant’Egidio e ogni volta che uscivano cominciavo a piangere e a fare i capricci, finché mia madre cedeva e mi lasciava andare con loro. Io, che non avevo mai il permesso di scendere a giocare sotto casa, ero felicissima di poter stare con gli altri bambini e anche mamma era contenta perché sapeva che la Scuola della pace è un posto sicuro e toglie i bambini dalla strada.

La Scuola della pace è bellissima: si gioca, si disegna, si fanno i compiti, si canta, si balla e si parla tanto.

Ci sono degli amici più grandi che ci aiutano sempre e non ci lasciano mai soli. Per me sono come dei fratelli maggiori che mi proteggono e mi insegnano cosa è giusto fare e cosa è pericoloso. Non si scordano mai di noi bambini anche quando la scuola è chiusa o ci sono le vacanze. Organizzano per noi tante attività e gite.

Soprattutto poi alla Scuola della pace hai amici di tutto il mondo e impari molte cose!

Impari anche a superare i pregiudizi, quelle idee cattive che certe volte si dicono sugli altri. La mia migliore amica è egiziana, poi ho amici del Congo, del Bangladesh, del Perù. Si respira un clima più gentile, più sincero e anche chi conosci da poco, sembra che è una vita che lo conosci, si sta bene e a me fa bene.

Spesso parliamo di quello che succede nel mondo, di come tanti soffrono per la guerra, abbiamo scritto le lettere ai bambini della Scuola della pace di Kiev, in Ucraina, e attraverso i loro racconti abbiamo capito che la guerra è terribile perché lascia il mondo più brutto. I bambini e le loro famiglie soffrono, tutto viene distrutto.

Alla Scuola della pace ho capito che per avere un mondo in pace bisogna essere amici di tutti, ma proprio tutti.

Per esempio, possiamo impegnarci per aiutare le persone a non essere sole e io con gli altri bambini e ragazzi facciamo delle feste per gli anziani nel nostro quartiere.

Poi dobbiamo anche parlare con gli altri e convincerli che la pace è preziosa ed è sempre possibile. Noi abbiamo organizzato tante manifestazioni per dire che la pace è la cosa più importante.

Abbiamo anche scritto un appello:

Siamo bambini di tutta la terra, e vogliamo dire a tutti come costruire un mondo che ci piace.

Vogliamo un mondo per tutti, nessuno escluso! Un mondo colorato come l’arcobaleno, dove tanti colori diversi si abbracciano e diventano un nuovo colore più bello.

Abbiamo imparato che la guerra non si deve fare, che non serve a niente se non a rendere tutti più tristi.

Ci hanno raccontato che non lontano da qui, altri bambini si svegliano con i rumori delle bombe. Questo fa paura. Noi vogliamo che tutti i bambini si possano svegliare felici.

Vogliamo che tutti i bambini, in ogni parte del mondo, possano studiare, giocare, vivere sereni. Vogliamo la pace!

La guerra porta morte e odio, invece la pace è gioia, amore e amicizia; dove c’è la pace, c’è libertà. Non vogliamo vedere le facce tristi della guerra, ma i sorrisi della pace.

La guerra non è un gioco, fa paura, è pericolosa.

Noi lo sappiamo, la vita non si può ricaricare come nei videogiochi e allora vogliamo abolire la guerra e la violenza!

Anche a noi capita di litigare con gli amici, magari ci arrabbiamo, ma siamo capaci di parlare, fare la pace e tornare a giocare insieme; anche i grandi lo possono imparare.

Vogliamo la pace adesso! Non si può più aspettare. Basta con le armi! Usiamo le parole!

Viva la pace!

(La testimonianza di Monica
è raccontata da Stella Cervogni
)