Condividere le diversità
In un «mondo spesso diviso da egoismi e particolarismi, le diversità sono doni da condividere»: è questo il «messaggio importante» affidato dal Papa ai partecipanti ai capitoli generali dei Figli della Carità “Canossiani” e dei Fratelli di San Gabriele. Ricevendoli in udienza questa mattina, nella Sala Clementina, il Pontefice ha pronunciato il seguente discorso.
Cari fratelli e sorelle, benvenuti!
Saluto con gioia tutti voi, Figli della Carità “Canossiani” e Fratelli di San Gabriele, e in particolare i Superiori Generali. Mi fa piacere incontrarvi in occasione dei vostri Capitoli, che sono eventi sinodali fondamentali per ogni Congregazione religiosa.
Soprattutto ad essi è affidata la tutela del patrimonio di intenzioni e di progetti che lo Spirito ha ispirato ai vostri Fondatori, e di tutto il bene che ne è scaturito (cfr. cic 578; 631). Si tratta dunque di momenti di grazia — un Capitolo è un momento di grazia —, da vivere prima di tutto nella docilità all’azione dello Spirito Santo, facendo memoria grata del passato, ponendo attenzione al presente — nell’ascolto reciproco e nella lettura dei segni dei tempi (cfr. Gaudium et spes, 4) — e guardando con cuore aperto e fiducioso al futuro, per una verifica e un rinnovamento personale e comunitario. Passato, presente e futuro entrano in un Capitolo, per ricordare, per valutare e per andare avanti nello sviluppo della Congregazione.
Cari amici Canossiani, è molto bello vedervi qui, uomini impegnati a seguire Cristo più da vicino (cfr. Perfectae caritatis, 1; Catechismo della Chiesa Cattolica, 916) sulle orme di una donna, Maddalena di Canossa, di cui ricorrono i duecentocinquant’anni dalla nascita. Questa Santa coraggiosa, in un mondo non meno difficile del nostro, si propose di «far conoscere e amare Gesù, che non è amato perché non è conosciuto». E voi, che volete continuare la sua opera missionaria, avete scelto come tema per i vostri lavori questa frase: «Chi non arde non incendia». A me dà tristezza quando vedo religiosi che sembrano più vigili del fuoco che uomini e donne con ardore per incendiare. Per favore, non vigili del fuoco! Ne abbiamo già tanti. Vi impegnate dunque ad ardere per incendiare, ravvivando e alimentando «il dono di Dio che è in voi” per “dare testimonianza al Signore» (cfr. 2 Tm 1, 6). E lo fate in una famiglia che, in oltre due secoli di storia, si è arricchita di tanti doni: presente in sette Paesi e composta da membri di dieci diverse nazionalità, sorretta dalla comunione e dalla collaborazione con le sorelle Canossiane e con una realtà laicale sempre più attiva e coinvolta. È importante questo, avere i laici coinvolti nella spiritualità di un istituto e che collaborano nel suo lavoro apostolico. Certo, si tratta di un’eredità che porta con sé anche delle sfide, ma Santa Maddalena vi ha mostrato come si superano le difficoltà: con gli occhi rivolti al Crocifisso e le braccia aperte verso gli ultimi, i piccoli, i poveri e gli ammalati, per curare, educare e servire i fratelli con gioia e semplicità. Quando il cammino si fa difficile, allora, fate come lei: guardate Gesù Crocifisso e guardate gli occhi e le piaghe dei poveri, e vedrete che lentamente le risposte si faranno strada nei vostri cuori con sempre maggiore chiarezza.
Come ci hanno insegnato anche San Luigi Maria Grignion de Montfort e Padre Gabriele Deshayes, alla cui opera si deve la fondazione dei Fratelli di San Gabriele, voi pure, cari fratelli, siete impegnati in questi giorni a discernere la volontà di Dio per il vostro cammino, in prossimità di un importante anniversario: trecentocinquant’anni dalla nascita di San Luigi Maria. La vostra famiglia, nata da un piccolo gruppo di collaboratori laici del grande predicatore, oggi conta più di mille religiosi, impegnati nell’assistenza pastorale, nella promozione umana e sociale e nell’educazione — specialmente in favore dei ciechi e dei sordomuti — in trentaquattro Paesi diversi. Per mantenere viva la vostra presenza, che è una presenza profetica, avete scelto di riflettere sul tema «Ascoltare e agire con coraggio». “Coraggio”: quella parresia apostolica, il coraggio che noi leggiamo, per esempio, nel Libro degli Atti degli Apostoli. Quel coraggio. È lo Spirito a darci quel coraggio, e noi dobbiamo chiederlo.
Sono due atteggiamenti — l’ascolto e il coraggio — che richiedono umiltà e fede, e che ben rispecchiano lo spirito e l’azione di San Luigi Maria e del padre Deshayes, che pure vi hanno lasciato un trittico prezioso come bussola per le vostre decisioni: “Dio solo”, la “Croce”— scolpita nel cuore — e “Maria”. Anche a voi, poi, la Provvidenza ha donato la ricchezza di una variegata internazionalità: essa farà tanto bene alla vostra crescita e al vostro apostolato, se la saprete vivere accogliendo e condividendo costruttivamente, tra voi e con tutti, le diversità. Questo è un messaggio importante, specialmente nel nostro mondo, spesso diviso da egoismi e particolarismi: le diversità sono doni da condividere, le diversità sono doni preziosi! Siate profeti di questo, con la vostra vita. E Colui che fa l’armonia fra le diversità è lo Spirito Santo, che è il maestro dell’armonia. L’uniformità in un istituto religioso, in una diocesi, in un gruppo laicale, uccide! La diversità in armonia fa crescere. Non dimenticatevi di questo. Diversità in armonia.
Cari amici, un Capitolo è un «avvenimento di famiglia, ma anche un evento di Chiesa e un avvenimento salvifico» ( Beato E.F. Pironio , Discorso al Capitolo Generale dei Salesiani, 14 gennaio 1984). Vi ringrazio per questo che state facendo, e per il lavoro che svolgete ogni giorno in tanti luoghi e condizioni diverse. Vi benedico e vi affido a Maria; e vi chiedo, per favore, di non dimenticarvi di pregare per me. Grazie!