· Città del Vaticano ·

In breve

 In breve  QUO-095
26 aprile 2024
Il rugby e i “capitani dell’anima” Lo sport come strumento di coesione sociale: ne era convinto Nelson Mandela. «Lo sport ha il potere di cambiare il mondo — diceva —, di unire le persone, di creare speranza dove c’è disperazione. È più potente dei governi nel rompere le barriere razziali, è capace di ridere in faccia a tutte le discriminazioni». Divenuto presidente del Sud Africa nel 1994, dopo la fine dell’apartheid, il futuro premio Nobel per la pace ha dunque un’intuizione geniale: utilizzare il rugby per ricostruire il Paese. All’epoca, le competizioni con la palla ovale vengono disputate solo dai bianchi e, pertanto, sono detestate dai neri. Proprio per questo, Mandela guarda a questo sport come strumento di integrazione. La storia gli offre l’occasione perfetta: nel 1995, la Coppa del mondo ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati